Il Castello Estense di Ferrara e i fantasmi dei due amanti

4L’aspetto esterno del Castello di Ferrara si presenta come uno strano miscuglio tra una fortezza medievale e un palazzo rinascimentale, infatti le molte modifiche apportate nel corso dei secoli agli ambienti interni non hanno alterato l’originario aspetto della fortezza che è rimasto sostanzialmente inalterato sebbene ingentilito dalle aggiunte rinascimentali. Esso è l’emblema della città stessa e i ferraresi ne vanno fieri, anche se fu costruito contro gli stessi cittadini. Nucleo originario del castello, iniziato nel 1385, era una preesistente torre della cinta muraria trasformata in fortilizio, la Rocca dei Leoni, alla quale furono aggiunte altre tre torri di uguali dimensioni disposte a quadrilatero: la torre di Santa Caterina, di San Paolo e la Marchesana, ognuna suddivisa in tre piani. Le torri furono collegate tra loro da corpi di fabbrica di due piani in modo ad un grande cortile centrale. Gli spalti dei corpi di fabbrica e quelli delle torri erano difesi da merlature sporgenti e gli accessi erano difesi da avancorpi affiancati alle torri dai quali un primo ponte levatoio raggiungeva i rivellini, piccole torri di appoggio realizzate nel fossato, a loro volta collegati alla riva esterna del fossato da altri ponti. Tutta la fortezza venne circondata da un ampio fossato. Divenuto nella seconda metà del ‘400 sede della corte il castello fu sede di continue trasformazioni che fino alla metà del 1500 riguardarono essenzialmente gli interni del castello. Due eventi calamitosi, un violento incendio nel 1554 e un disastroso terremoto nel 1570, danneggiarono gravemente il castello e l’architetto Girolamo da Carpi, al quale Ercole II e Alfonso II avevano affidato i lavori di ristrutturazione, ritenne di dover intervenire anche sull’aspetto esterno del castello e sostituì le merlature con eleganti balconate in pietra bianca, sopraelevando poi la costruzione di un piano, coperto da un tetto spiovente e le torri furono ingentilite e slanciate dalla costruzione delle altane, conferendo così al castello l’aspetto odierno.

Tornando alla storia bisogna dire che nel 1385 la folla, stremata dalla fame e dalla povertà insorse in massa uccidendo Tommaso da Tortona, un detestato magistrato dei Giudici dè Savi. Il popolo così galvanizzato cercò di soffocare la monarchia della famiglia d’Este, padrona di Ferrara. Nicolò II nonostante fu terrorizzato per come stava mutando il destino della sua casata, ebbe la freddezza di prendere tempo e nel contempo fece costruire un castello per difendersi dalla furia cittadina. Questo castello conserva una triste storia d’amore accaduta nella Torre dei Leoni che vide protagonista la tragica fine di Ugo e Parisina. Una storia simile a quella di Paolo e Francesca. Nel 1418 fu celebrato il matrimonio di interesse tra Parisina Malatesta (15 anni) e Niccolò III d’Este (35 anni). Uno dei suoi figli avuto con un’altra moglie, Stella Tolomei dell’Assassino, dal nome di Ugo, di soli 14 anni, iniziò ad avere un duro rapporto di antipatia con la matrigna Parisina (dopotutto erano entrambi due ragazzini!). Niccolò preoccupato per questi continui litigi ordinò, non senza fatica, alla propria moglie di farsi accompagnare da Ugo in una visita ai genitori a Loreto.

Purtroppo accadde che, come tutte le storie tra adolescenti, l’odio si trasformò in amore appassionato che naturalmente tennero nascosto, ma apertamente non riuscirono più a dimostrare l’odio di un tempo. Niccolò contento del cambiamento non mancò di lasciarli spesso da soli, dato che ormai si sentiva tranquillo… anzi, in occasione dello scoppio della peste nel 1418, decise di proteggere i due ragazzini facendoli soggiornare in una villa di campagna. Una vera e propria fortuna! Finalmente potevano essere soli e come due piccioncini diedero sfogo alla propria passione. Purtroppo, nonostante si tennero discreti, non sfuggirono agli occhi della servitù e le voci del tradimento giunsero ben presto al diretto interessato che, precipitandosi sul luogo, li sorprese in flagranza di reato. Furioso li fece imprigionare e condannare a morte. Vennero condotti nella cella della Torre dei Leoni per 12 ore, perchè dovevano essere gli ultimi di una lunga lista di omicidi che quel giorno Niccolò non esentò dal commettere. Radunò ed uccise tutte le donne adultere di Ferrara e alla fine delle esecuzioni condusse i due amanti e li decapitò sullo stesso ceppo di legno. I loro fantasmi piangono ancora all’interno di quella cella insieme alle anime delle donne morte per causa loro. Nel cortile del castello in molti sostengono di udire le loro voci e i loro lamenti, il fantasma di Parisina vaga ancora inconsolabile nella prigione del Castello sussurrando le ultime parole d’amore dette all’amante.

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