Rinnovo dei Contratti e Stabilizzazione del Personale: La Nuova Strategia dell’Ast di Ascoli e le Sfide dei Lavoratori a Tempo Determinato

La Nuova Strategia dell’Ast di AscoliL’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli si appresta a rinnovare i contratti a termine di numerosi dipendenti in scadenza al 30 aprile, per poi procedere con assunzioni stabili di personale infermieristico, operatori socio-sanitari e assistenti amministrativi. Questo processo sarà facilitato dall’emissione di bandi di mobilità e dall’utilizzo delle liste di attesa concorsuali.

L’obiettivo dell’Ast di Ascoli è duplice: ridurre l’incertezza lavorativa attraverso la stabilizzazione dei contratti e riorganizzare i servizi per migliorare l’offerta sanitaria alla comunità. La priorità rimane sempre la qualità e l’efficienza del servizio offerto ai cittadini.

Dei 37 contratti a termine in scadenza, l’Azienda ne rinnoverà 33. Per quattro dipendenti, tuttavia, non sarà possibile estendere ulteriormente il contratto a causa del raggiungimento del limite massimo di mesi lavorativi consentiti dalla legge, senza possibilità di stabilizzazione secondo le normative attuali.

Per gli altri 33 professionisti, l’Ast di Ascoli prevede proroghe variabili, alcune fino al 31 agosto 2024, altre fino al 31 dicembre 2024, e altre ancora con scadenze intermedie, a seconda del ruolo, del tipo di contratto e della disponibilità di graduatorie concorsuali per il profilo professionale specifico. I ruoli interessati includono: 10 infermieri, 6 operatori socio-sanitari, 4 assistenti amministrativi di categoria C, 2 medici, uno psicologo, 2 tecnici sanitari, 5 coadiutori amministrativi di categoria B, 2 operatori tecnici di categoria B e un collaboratore amministrativo di categoria D.

La direzione dell’Ast di Ascoli ha dichiarato: “Questi rinnovi ci permetteranno di mantenere in servizio operatori qualificati fino al completamento delle procedure di assunzione stabile, che avverrà tramite mobilità interna o chiamate dalle graduatorie di concorso. Le strategie di reclutamento, che includono stabilizzazione, mobilità e assunzioni concorsuali, sono state definite in accordo con le organizzazioni sindacali attraverso un protocollo d’intesa firmato recentemente, che ha già permesso la trasformazione di quasi 150 contratti da temporanei a indeterminati.”

Una Nota Personale sulla Situazione Contrattuale

Mentre l’Ast di Ascoli si impegna nel rinnovamento dei contratti e nell’assunzione di nuovo personale, la realtà dei lavoratori non rinnovati merita attenzione. Io stesso sono uno di questi lavoratori, e la mia esperienza riflette una sfida comune nel settore sanitario. Nonostante abbia prestato servizio per l’Ast per 44 mesi, superando il limite massimo di mesi consentiti dalla legge per contratti a tempo determinato, mi ritrovo ora incazzato come una belva, per me e per le mie colleghe mandate a casa il 31 marzo. A quanto sembra la legge (che non scrivo io) dice:

In Italia, il limite massimo per i contratti di lavoro a tempo determinato nel pubblico impiego è di **36 mesi**¹. Questo limite è complessivo e non può essere aggirato anche in caso di espletamento di differenti procedure concorsuali. Inoltre, un contratto a tempo determinato può essere prorogato con il consenso del lavoratore solo quando la durata iniziale del contratto sia inferiore a 36 mesi e per un massimo di cinque volte nell’arco di trentasei mesi. Se il numero delle proroghe supera cinque, il contratto si trasforma in un contratto a tempo indeterminato dalla data di decorrenza della sesta proroga.

Io ho lavorato per 44 mesi con la bellezza di 11 proroghe. Ne riparleremo nella sede opportuna e non mancherò di informare i nostri lettori sugli sviluppi di questa vicenda.

Questa circostanza comunque solleva questioni importanti riguardo alle politiche di assunzione e ai diritti dei lavoratori a tempo determinato. Mentre alcuni di noi raggiungono il termine del loro contratto senza possibilità di rinnovo, l’Ast di Ascoli prosegue con la proroga di altri 33 contratti. La discriminazione tra i lavoratori che possono essere stabilizzati e quelli che, come me, si trovano esclusi, pone in evidenza la necessità di un approccio più equo e inclusivo.

La mia storia è solo un esempio di come le normative attuali possano influenzare la vita professionale dei lavoratori a tempo determinato, e sottolinea l’importanza di considerare le implicazioni umane delle decisioni aziendali.

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