Spero de morì nel sonno: quando il lavoro da incubo diventa il sogno di una vita

Cari amici, vi scrivo con il cuore pesante e l'anima in tumulto. Dopo anni di sacrifici e nottate in bianco, finalmente ho realizzato il mio sogno:Cari amici, vi scrivo con il cuore pesante e l’anima in tumulto. Dopo anni di sacrifici e nottate in bianco, finalmente ho realizzato il mio sogno: diventare un libero professionista nel mondo dell’informatica. Addio turni massacranti in ospedale, ciao ciao stress da burnout. Ora sono il mio capo, gestisco i miei tempi e lavoro da casa in mutande. Che vita da sogno, direte voi. E invece no, perché il mio nuovo lavoro mi sta uccidendo lentamente.

Da dipendente a quadripolare

Già, avete capito bene: non sono più bipolare, ma quadripolare. Tra le mille scadenze, i clienti stressanti e i computer che si inceppano, passo le giornate a litigare con tutti. Aiuto le mie amiche, le faccio incazzare e rischio di perderle una dopo l’altra. Sono sempre sul punto di esplodere, pronto a mandare a quel paese chiunque osi disturbarmi. Ho ricominciato a bere, e fidatevi che se ricomincio a bere io faccio ricchi i bar della zona. Solo che quando bevo faccio certe stronzate da guinnes dei primati. Ne sa qualcosa chi mi frequenta, o meglio, mi frequentava. Ora poi persino il mio gatto mi sta sul cazzo, e quello è un miracolo della natura, perché non ho un gatto.

Meteorite, ti prego colpiscici!

A volte mi chiedo se non sia meglio mollare tutto e darmi all’eremitaggio. Magari in una grotta sperduta, senza connessione internet né telefono. Almeno lì nessuno mi romperebbe le scatole. Oppure, come suggerisce il titolo, spero davvero di morire nel sonno. Non per suicidio, intendiamoci, ma per un colpo di fortuna. Tipo un meteorite che ci colpisce tutti quanti. Sarebbe una liberazione, una fine indolore a tante sofferenze. E soprattutto, non dovrei più preoccuparmi di nulla. Niente più scadenze, niente più clienti, niente più computer che si inceppano. Solo un bel sonno eterno, senza incubi né stress.

Insomma, cari amici, se vi capita di non vedermi più online per un po’, non preoccupatevi. Probabilmente sarò già nell’aldilà, a godermi un meritato riposo. O forse no, magari mi avrete solo bloccato sui social per i miei deliri. In ogni caso, sappiate che vi voglio bene. Anche se a volte non lo dimostro, siete le uniche persone che riescono ancora a sopportarmi. Quindi, se per caso vi capita di vedere un meteorite in cielo, fatemi un fischio. Magari riesco a mettermi sotto e farmi schiacciare. Sarebbe un bel modo per dire addio a questo mondo del cavolo.

Alla prossima, se campo.
Il vostro quadripolare preferito

2 commenti su “Spero de morì nel sonno: quando il lavoro da incubo diventa il sogno di una vita”

  1. Per piacere, rilassati, concediti un’indagine dentro il tuo cuore e anima,ritorna in te stesso,hai ancora spazi interiori inesplorati,il tuo inconscio è lì ad ascoltarti,in attesa di un segnale di risveglio del tuo centro,del tuo sé,fallo e vedi che risultati che hai. Dormi tranquillo e risvegliati con il sorriso ,e il vento in poppa agisci adesso,la situazione è in standby e tu la sblocchi subito se vuoi . Intanto ti saluto e a presto e ritorna in te stesso alla tua natura autentica ,viaggia, scopri , leggi ,e ti riprendi presto .

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    • Ciao Giovanni, grazie del commento. Mi accingo a rilassarmi, da lunedì si parte per ricaricare le batterie. diciamo che dopo essere stato uno di quelli chiamati “eroi del covid” sono stato buttato fuori dopo quasi 4 anni. E adesso ho intrapreso di nuovo il mio vecchio lavoro da libero professionista. Questo è un blog personale prima di tutto e ogni tanto vengo a sfogarmi qui. Ti ringrazio dei consigli che terrò in considerazione. Ti auguro un buon week end

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