Palermo, il castello di Caccamo: il fantasma di Matteo Bonello

Castello di Caccamo fantasma di Matteo BonelloNella splendida Sicilia, in provincia di Palermo sorge un castello famoso non solo per i suoi antichi sfarzi ma soprattutto per le storie di fantasmi che vi aleggiano. Il maniero in questione è il castello di Caccamo che domina maestoso da una rupe vastissima la vallata meravigliosa formatisi in tempi antichissimi per opera del fiume San Leonardo; inoltre esso è il più grande e il meglio conservatosi nel tempo castello della nostra bella Italia. Caccamo è un piccolo borgo medievale in cui vi abitano all’incirca 8500 persone e dista 10 chilometri dal mare. Questa borgata è ricca di chiese, monumenti e opere d’arte ed è considerata, a ragione, un paese artistico e culturale. Le sue origini risultano sconosciute o comunque incerte: secondo esperti del genere il piccolo borgo fu fondato dai cartaginesi ma vi si trovano anche tracce dei bizantini, dei saraceni e di popoli normanni. Anche l’origine del castello è avvolta quasi in un alone di mistero, nemmeno a presagire il suo nefasto futuro ma è stato detto che in principio nacque semplicemente come una fortezza per difesa dagli attacchi dei nemici; successivamente nel corso degli anni fu rinforzato e trasformato in modo che diventasse anche una ricca dimora. Essa accolse numerose nobili famiglie siciliane dell’epoca. Le vicende famigliari e non dei nobili che hanno dimorato in tale castello raccontano in gran parte la storia dell’isola, storia che percorre vari secoli. Il castello nacque nell’anno mille in epoca medievale e fu ristrutturato in età barocca. Oltre a torri e merli possiamo trovare nella sua muratura, fatta di pietra bianca calcarea, si possono monofore e bifore. La monofora è un tipo di finestra sormontata da un arco con un’apertura sola, di solito stretta; la bifora è divisa verticalmente in due aperture che sono divise o da un pilastrino o da una colonnina su cui poi vi poggiano due archi, acuti o a tutto sesto.

A volte può essere incorniciata ulteriormente da un arco e nello spazio che intercorre tra i due archi viene inserita un’apertura circolare, una decorazione o uno stemma. È tipicamente appartenente al periodo Romanico e Gotico in cui trovo largo impiego come motivo ornamentale di campanili e finestre ma spesso fu utilizzata anche nel Rinascimento. All’interno del castello vi è un salone bellissimo con il soffitto a cassettoni denominato “della congiura” perché nel 1160 vi si riunirono i baroni ribelli in una congiura ai danni di Guglielmo Il Malo. Ed è proprio legato a questo fatto che inizia la parte più interessante della storia del castello di Caccamo: la nascita della leggenda del fantasma che si dice si aggiri per le sue stanze. Essendo la nostra bella Italia una terra ricca di miti, leggende e castelli pieni di fantasmi che si aggirano nelle stanze degli stessi manieri, anche tale dimora siciliana non poteva essere che un’altra nella lunga lista delle storie avventurose di avvistamenti e apparizioni paranormali. Il tragico avvenimento di cui abbiamo accennato poc’anzi, svoltosi in tale castello, riguarda il proprietario dello stesso maniero, Matteo Bonello, ingannato dalle false promesse politiche del perfido Guglielmo I, detto il “Malo” (in siciliano significa logicamente “il cattivo”). Quest’ultimo diede in pasto al povero e ingenuo Matteo Bonello mucchi di fandonie per poi fare una bruttissima fine: fu catturato e gli furono recisi tendini e occhi, lasciandolo poi così morire in un buio e nefasto sotterraneo (o rinchiuso in una delle torri) come uno dei più infimi criminali. Le torture subite da Matteo furono davvero terribili! L’orribile e ingiusta fine di Matteo Bonello ha portato alla nascita del suo fantasma che si dice si aggiri tra le sale del castello desideroso di vendetta nei confronti delle persone che lo hanno tradito e ucciso. Le persone che hanno avuto la fortuna (o sfortuna, dipende dai punti di vista) di vederlo dicono che vaghi tra le stanze e le sale del suo castello borbottando parole incomprensibili: c’è chi giura di averne udito distintamente l’elenco dei nomi dei traditori mentre altri dicono che pronunci solo parole piene di odio e vendetta verso tali ex-amici che lo torturarono e uccisero in modo tanto orribile. Il fantasma di Matteo viene descritto mentre si trascina pesantemente nel castello borbottando malefici o nomi: è vestito con pantaloni aderenti ed una giacca di cuoio, al posto degli occhi due profonde cavità vuote come se da un momento all’altro dovesse uscirne del fuoco che sprigiona tutto il suo odio e la sua vendetta per il modo in cui è stato tradito, malmenato fino all’inverosimile per poi essere lasciato morire, solo e senza poter vedere nulla. Il fatto che si trascini forse è dovuto alla recisione dei tendini e c’è chi dice che, mentre fa la sua apparizione, sembra che intorno a “lui” si formi un’aura sinistra e recante odio. Secondo gli studiosi del genere è proprio l’odio verso i suoi traditori, non potendosi attuare in vendetta, che lo fa vagare di continuo e per l’eternità nel castello, come un’anima in pena che non trova e non troverà mai pace.
Dopo la morte di Matteo il castello fu soggetto a numerosi proprietari: tra il 1302 e il 1392 fu dominato dai Chiaramonte, una famiglia nobile palermitana. Con il dominio di tale prestigiosa famiglia il castello diventò un’inespugnabile fortezza. Raggiunse in quel periodo il massimo splendore ma dal 1400 furono fatti delgi inutili interventi nella struttura che ne rovinarono la bellezza. Nel 1923 poi avvenne il colpo di grazia: un terremoto distrusse alcune aree della fortezza. Nel 1963 (o 1965, la data non è certa) il castello di Caccamo fu comprato dalla regione Sicilia che provvide ai vari lavori di adeguamento e restauro. Questi lavori di abbellimento hanno riportato alla luce il fascino dell’antico splendore del castello quando era nel pieno della sua bellezza inoltre, aspetto più affascinante e intrigante, ricorda agli appassionati la presenza del fantasma che si trascina minaccioso nelle stanze con il desiderio incontrollato di vendicarsi dei suoi traditori. Sicuramente una meta da segnare nel proprio taccuino dei viaggi in quanto possiamo trovare un castello maestoso e un fantasma altrettanto interessante se non di più. Ma non è finita qui. Il castello contiene un’altra leggenda. Siete curiosi?
Un altro fantasma è stavo visto aggirarsi fuori dalle mura del castello: sarebbe quello di una giovane monaca. In un periodo storico non specificato la figlia di uno dei numerosi proprietari del castello si innamorò un bel giorno di un valoroso soldato. Purtroppo la leggenda narra che il padre della giovane fanciulla fece in modo che i due si dividessero e non si sposassero nella maniera più atroce: uccise il giovane soldato e rinchiuse la figlia in un convento.

La giovane, straziata dal dolore per essere stata rinchiusa in quel convento ma soprattutto per la perdita orribile dell’amato futuro sposo, visse solo pochi anni dopo la tragedia: il dolore la stroncò ancora giovanissima. Si narra infatti che, nelle notti di luna piena, appena scocca la mezzanotte, appare una suora bellissima, vestita tutta di un candido abito bianco che si dirige dal castello alla torre di Pizzarrone, o torre di Santa Barbara, una delle torri comprese nella muraglia del castello. Il fantasma della giovane tiene in mano un melograno: secondo la leggenda la ragazza invita le persone che la incontrano a mangiare tale frutto senza farne cadere nemmeno un chicco a terra; se il malcapitato non ci riesce è condannato a vagare per sempre con la suora. Oltre a queste visioni che appaiono ai visitatori del castello si narrano testimonianze di persone che hanno avvertito chiaramente delle strane sensazioni mentre camminavano tra le varie stanze del castello. Queste sensazioni o impressioni sono di tristezza e di uno stato di angoscia perenne, avvertite soprattutto visitando le prigioni e il vago sentore di essere continuamente scrutati da qualcuno, come se fossero spiati. Mito? Leggenda? Superstizione? O semplice suggestione data dall’antichità del castello? Non possiamo dirlo con certezza, ma se volete constatarlo di persona non vi resta che visitarlo: se non proverete niente o non vedrete nulla, avrete comunque l’opportunità di fare visita ad un castello tra i più belli e ben conservati nel tempo in Italia. Sarete sicuramente colpiti dalla bellezza dell’arte e dell’architettura dei secoli passati.

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