Olio, via i dazi alle importazioni di olio tunisino. Coldiretti in piazza: difendiamo il Made in Italy

Ormai la decisione è presa e indietro non si torna. La Tunisia potrà esportare in Europa altre 70mila tonnellate di olio di oliva senza dazi in più in due anni. L’Aula del Parlamento europeo riunita a Strasburgo ha approvato ieri in seconda lettura la misura voluta dalla Commissione Ue per sostenere l’economia del paese nordafricano, in grave difficoltà dopo gli attacchi del Museo Bardo e per la pressione del terrorismo jihadista. Come previsto, il provvedimento è stato adottato a larga maggioranza (500 sì, 107 no, 42 astenuti), anche se non sono mancate polemiche e critiche tra le fila italiane per un provvedimento ritenuto contrario agli interessi del settore e dell’economia nazionali. Per due anni (2016 e 2017) potranno essere vendute sul mercato dell’Ue 35mila tonnellate all’anno di olio «made in Tunisia» a dazio zero, per complessive 70mila tonnellate che si vanno ad aggiungere alle quote annue di 56.700 tonnellate d’olio d’oliva vergine «duty-free» già concordate tra Bruxelles e Tunisi. Le importazioni di tali quote extra non saranno prolungabili oltre il 2017. E la Commissione si è impegnata a prevedere una suddivisione mensile delle 35mila tonnellate annue in più, quando verrà il momento di scrivere il regolamento attuativo del provvedimento. A queste misure si aggiunge l’obbligo di tracciabilità delle merci per verificare che i dazi zero si applichino «solo all’olio d’oliva effettivamente prodotto in Tunisia», così da evitare «l’invasione» dell’olio extra-comunitario temuta dai principali produttori europei, Grecia, Spagna e Italia. Coldiretti ha però denunciato il «rischio concreto del moltiplicarsi delle frodi» che potrebbe verificarsi col voto di ieri, con tutto ciò che ne conseguirebbe per «un settore strategico del Made in Italy» che vale circa due miliardi di euro l’anno. Eppure la Commissione sin dall’inizio ha assicurato che non ci saranno rischi, anche perché l’Ue ha necessità di importare. Gli ultimi dati parlano di una produzione di 2 milioni e 50mila tonnellate di olive. Si tratta di 500mila tonnellate in più dell’anno precedente ma il terzo raccolto più basso degli ultimi sette anni. Di conseguenza si ritiene che questa quantità «non consentirà agli stock Ue di recuperare, rimanendo ben al di sotto la media storica». La levata di scudi italiana è rimasta, nonostante lo spirito chiaramente umanitario dell’iniziativa. Tra i 107 deputati europei che hanno detto «no» in Aula ci sono esponenti di Pd, Forza Italia, Ncd, Lega, e Movimento 5 Stelle. Per Paolo De Castro capogruppo Pd in commissione Agricoltura, si poteva aiutare la Tunisia con «provvedimenti diversi». Mentre da Forza Italia sono arrivate accuse di «killeraggio» del sistema Italia da parte dell’Alto rappresentante dell’Ue, Federica Mogherini, la prima ad aver annunciato, lo scorso settembre, di concedere alla Tunisia di esportare di più in ragione della necessità di aiutare l’economia del Paese per garantirne maggiore stabilità economica. L’esigenza di tutelare i voti agricoli qui si unisce alle critiche di natura politica all’ex ministro mandato in Europa da Renzi. Non sono state risparmiate contestazioni nemmeno al ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, considerato soprattutto dai 5 Stelle responsabile di non aver tenuto il punto in sede di Consiglio Ue, non difendendo gli interessi nazionali. I pentastellati lo hanno ribattezzato «il ministro dell’invasione», a sottolineare l’arrivo della quantità di olio tunisino considerata come eccessiva. Pur volendo, Martina non potrà smentire nessuno coi fatti. Perché in Consiglio il provvedimento tornerà per un’approvazione formale senza discussione, essendo già stato adottato così come votato dal Parlamento.

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