Noi che negli anni 90 alle soglie del nuovo secolo eravamo pieni di sogni

Noi che negli anni 90Noi che negli anni 90 alle soglie del nuovo secolo, eravamo pieni di sogni e speranze, di voglia di vivere e di scoprire il mondo. Noi che ascoltavamo la musica su cassette e CD, che guardavamo i cartoni animati su VHS, che giocavamo con le console a 16 bit. Noi che ci scambiavamo le figurine, che leggevamo i fumetti, che andavamo al cinema a vedere i blockbuster. Noi che usavamo i telefonini solo per chiamare e mandare SMS, che navigavamo su internet con il modem a 56k, che ci iscrivevamo alle prime chat e ai primi social network. Noi che eravamo felici con poco, che credevamo nel progresso e nella pace, che non avevamo paura del futuro.

Noi che non sapevamo cosa ci aspettava una pandemia che avrebbe cambiato tutto. Una pandemia che ha messo in crisi la salute, l’economia, la società, la cultura, la politica, la scienza, la religione. Una pandemia che ha stravolto le nostre abitudini, i nostri rapporti, i nostri valori, i nostri progetti. Una pandemia che ha portato via tante vite, tante speranze, tanta gioia. Una pandemia che ha reso il mondo più difficile, più pericoloso, più triste.

Noi che siamo ancora qui a lottare, a resistere, a sperare. Noi che abbiamo imparato a essere più forti, più solidali, più responsabili. Noi che abbiamo scoperto nuove opportunità, nuove sfide, nuove risorse. Noi che abbiamo riscoperto l’importanza della famiglia, degli amici, della natura. Noi che abbiamo capito che la vita è un dono prezioso, che va vissuta con gratitudine, con coraggio, con amore.

Noi che negli anni 90 alle soglie del nuovo secolo eravamo ignari di tutto questo. Noi che ora siamo consapevoli di tutto questo. Noi che siamo gli stessi e siamo diversi. Noi che siamo il passato e siamo il presente. Noi che siamo il futuro.

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