Maltrattamenti fisici e morali e lesioni nei confronti di anziani degenti, anche affetti da gravi patologie e non autosufficienti di una casa di riposo a Prato. I pazienti venivano anche derubati. 17 tra operatori sanitari e infermieri accusati di maltrattamento. (VIDEO)

Maltrattamenti fisici e morali e lesioni nei confronti di anziani degentiOperatori che schiaffeggiano e strattonano anziani degenti, insultano i ricoverati che in alcuni casi sono vittime anche di furti di denaro. E’ quello che accadeva nella casa di riposo di Narnali, un quartiere a ovest di Prato, dove sono indagati 17 persone tra operatori sanitari e infermieri accusati di maltrattamento dei pazienti. A condurre l’indagine è stata la squadra mobile di Prato diretta da Francesco Nannucci, che dopo alcune segnalazioni anonime ha ascoltato le testimonianze di due tirocinanti della scuola di specializzazione infermieristica e ha approfondito le indagini piazzando telecamere nascoste in 9 stanze della struttura. Le accuse: maltrattamenti fisici e morali e lesioni nei confronti di anziani degenti, anche affetti da gravi patologie e non autosufficienti. Quotidiani erano i maltrattamenti fisici e morali verso gli anziani, sottoposti, senza alcun motivo, a strattonamenti e a condotte lesive della loro integrità fisica. Altrettanto quotidiani erano le condotte di dileggio e ingiuria verso gli ospiti della residenza, che denotano una costante volontà vessatoria nei confronti dei malati. Dei 17 indagati 9 sono stati raggiunti da un provvedimento cautelare dell’autorità giudiziari che prevede la sospensione dal servizio. Di questi 9, sette sono donne e due sono uomini (7 sono dipendenti della cooperativa Astir e due sono infermieri dell’Asl). Nelle immagini raccolte dagli investigatori si possono osservare comportamenti che sono stati definiti «deprecabili da parte degli indagati»: operatori che schiaffeggiano gli anziani, l’insultano e in alcuni casi sono persino oggetto di furti di denaro. Gli operatori della struttura sono in tutto 40, metà dipendenti dell’Asl e metà della cooperativa Astir. Secondo quanto riferisce il vicecommissario dell’Asl, Simona Carli, la convenzione con la cooperativa sarà sospesa immediatamente, e in via cautelare anche tutto il personale della Asl sarà sostituito. La struttura ha circa 50 posti letto. Le indagini sono durate circa due mesi e una volta che i poliziotti si sono resi conto di quanto stava succedendo si sono palesati nella struttura, ottenendo l’effetto di far cessare immediatamente gli indagati nella loro attività di maltrattamento: dalle intercettazioni telefoniche si evince che gli operatori indagati hanno diffuso un allarme tra di loro circa un possibile interessamento della polizia alle loro attività. Nel 2012 nella stessa struttura si era verificata una attività di indagine simile che aveva portato alla sospensione per 4 mesi di uno degli operatori sanitari che sono indagati anche oggi. «Abbiamo disposto con effetto immediato l’allontanamento di tutto il personale, non soltanto di coloro che sono stati indagati e dato mandato ai nostri legali di risolvere il rapporto con la cooperativa – annuncia l’assessore alla Sanità, Stefania Saccardi – Quanto accaduto è vergognoso e noi appena avuto i primi segnali ci siamo messi da subito a disposizione della Procura per favorire le indagini». La cooperativa della Rsa degli orrori non avrebbe in gestione altre strutture pubbliche, solo una propria residenza a Prato, ma ora la Regione annuncia una stretta ulteriore sui controlli nelle quasi 300 cooperative: «È da tempo che con le Commissioni di vigilanza stiamo lavorando ad una revisione dei criteri – spiega Saccardi – Occorre che nelle valutazioni si dia più peso alla qualità dei servizi erogati, alla sostanza e non tanto alla forma legata alla grandezza della struttura o ad altri criteri strutturali».

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