Eclissi lunare in arrivo, lunedì 28 settembre. E che luna, sottolineano gli esperti. Color sangue, vicinissima a noi (“solo” 357 mila chilometri rispetto alla media di 384 mila chilometri) e molto suggestiva: un insieme di fattori raro, che rivedremo solo nel 2033. La Terra, alle 2.11 del mattino, sarà perfettamente allineata tra il Sole e il satellite: un’eclissi totale, per una volta (nuvole e maltempo permettendo) interamente visibile anche dall’Italia. Viene chiamata superluna perché, come si diceva, il satellite si troverà nel perigeo, il punto dell’orbita ellittica più vicina alla Terra: ci sembrerà quindi molto più grande. Il meglio dello spettacolo, il suo massimo, sarà attorno alle 4.47 del mattino mentre alle 5.20 inizierà la conclusione. Binocoli e telescopi non servono, il fenomeno sarà visibile a occhio nudo. Ma la luna rossa, che tanto appassiona gli astronomi, ha presto iniziato a sgomentare diversi gruppi religiosi, in una corsa alla previsione catastrofista più allettante: meteoriti in avvicinamento, divinazioni apocalittiche, conflitti mondiali e via profetando.
Si parte con The Times of Israel il quale riassume: siamo alla quarta eclissi in due anni, e tutte sono coincise con una festa ebraica: Pasqua (15 aprile 2014), Sukkot (8 ottobre 2014), di nuovo Pasqua (4 aprile 2015) e infine, appunto 28 settembre 2015 (Sukkot). Essendo l’evento conclusivo di questa rossa tetrade, ci s’aspetta qualcosa di sufficientemente funesto. Lungi dal passare inosservata, la questione è esplosa negli Stati Uniti, patria delle sette fedeli alle superstizioni più stravaganti. In particolare il copyright dell’Armageddon sul fenomeno lunare, con possibile secondo avvento di Cristo, spetta a Mark Biltz e John Hagee. La Terra, sostengono, sarà distrutta da terremoti o da tensioni Mediorientali, con probabile inizio della Terza Guerra Mondiale.
Blitz è ministro della chiesa El Shaddai Ministries, con sede a Washington e autore del libro Blood Moons: Decoding the Imminent Heavenly Signs(Luna rossa: decifrare i segni del Paradiso imminente) volume che illustra come, visioni bibliche alla mano, l’insieme di allineamento, tetrade e festività abbiano sempre indicato avvenimenti di rovinosa portata per la storia di Israele e del suo popolo, come l’espulsione dalla Spagna nel 1492, il conflitto arabo-israeliano del 1948, la Guerra dei sei giorni del 1967. L’ultra-settantenne Hagee, pastore di Cornerstone, in Texas, chiesa evangelica con 20 mila adepti, una tv 24/7 e una corporation (non-profit) della quale è sia capo spirituale sia amministratore delegato. Nonché autore di un best seller (a lungo nella top list del New York Times) trasformato in polpettone cinematografico in stile documentario, dal titoloLe Quattro Lune di Sangue. Più che al remoto passato lui guarda quasi all’attualità, annoverando la stessa l’escalation nella crisi in Ucraina tra i risultati della luna avversa. Un segnale divino dell’imminente fine. Le prove? Le fonti bibliche abbondano, spiega Hagee, citando il Vangelo di Luca: ‘Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle’ e ‘risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina’. Per non parlare dello stesso libro dell’Apocalisse, dove fa la sua fatale comparsa una “luna tutta simile al sangue”. A guardare i precedenti, c’è sempre spazio per predire una futura distruzione totale, anche se la scienza è di parere differente. E diffidente. Rossa o bianca, secondo l’autoproclamato oracolo Efrain Rodriguez la fine avverrà sì nello stesso giorno dell’eclissi lunare, ma a causa della collisione con un asteroide. Che l’oscuro profeta di sventura sia sconosciuto ai più poco importa. La sua previsione ha spaventato a dovere, vuoi perché il reverendo si è sentito in dovere di allertare la Nasa e Barack Obama, vuoi perché gli tsunami vaticinati distruggeranno (per primi) Puerto Rico e la soleggiata costa occidentale degli Stati Uniti. Potrebbe sembrare una questione sopravvalutata, ma la psicosi luna di sangue (merito forse della suggestiva scelta lessicale) ha scatenato la nevrosi collettiva, tanto che la Nasa si è sentita in dovere di rispondere non tanto a Rodriguez quanto ai suoi follower, con un comunicato ufficiale intitolato Non ci sono asteroidi che minacceranno la Terra nel settembre 2015. L’ufficio Oggetti Vicini Alla Terra (office for Near-Earth Object), oltre a puntualizzare che, davvero, “Se ci fosse un oggetto grande abbastanza da produrre una tale distruzione nel corso di settembre, avremmo già dovuto scorgere qualcosa”, si toglie qualche (piccolo) sassolino dalle scarpe. Precisando che delle svariate collisioni paventate o presagite nel 2011, 2012 e 2014 non si è ancora vista l’ombra, letteralmente. Nella speranza che non sia la Nasa, questa volta, a venir sbugiardata, vale la pena ricordare che l’unica minaccia da tenere seriamente e scientificamente di conto è quella dell’Orologio dell’apocalisse, secondo il quale la “probabilità di catastrofe è molto alta”. Quanto alta? Tre minuti all’ora zero e senza alcuno sforzo divino o spaziale. Gli scienziati del Bulletin of Atomic Scientists Science and Security Board (tra cui 17 Nobel) lo hanno ideato nel 1947 per far riflettere sui rischi di azioni (come l’uso dell’atomica) in grado di mettere a repentaglio la sopravvivenza generale. Lo scorso gennaio la lancetta è stata spostata in avanti per la 21esima volta, con questa motivazione: “Gli incontrollabili cambiamenti climatici, la proliferazione di armi nucleari e la modernizzazione degli armamenti atomici costituiscono un enorme e innegabile rischio per l’esistenza dell’intera umanità, e i leader politici hanno fallito nell’agire velocemente o nella portata sufficiente per proteggere la popolazione dalla potenziale catastrofe”.
Insomma. Meglio preparasi, la fine è vicina.