Il cartello shock comparso in un ristorante a Roma, vietato l’ingresso ai bambini

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Il cartello shock comparso in un ristorante a Roma vietato lingresso ai bambini“Vietato l’ingresso ai bambini”. Con tanto di sbarra rossa sulla faccina di un bebè in lacrime. E’ lo sconcertante cartello, comparso da qualche giorno all’ingresso del Ristorante “La Fraschetta del pesce” a Roma, che sta facendo infuriare le famiglie della capitale. Sul cartello è scritto a chiare lettere: “A causa di episodi spiacevoli dovuti alla mancanza di educazione, in questo locale non è gradita (scritto a caratteri cubitali, ndr) la presenza di bambini minori di anni 5 nonché l’ingresso di passeggini e seggioloni per motivi di spazio. Certi della vostra comprensione si ringrazia la clientela”, firmato il comandante. Ovvero il soprannome del proprietario del locale che in queste ore ha ricevuto una pioggia di critiche sui social e sui siti di recensioni. “Un divieto pseudo razzista esposto con sfrontata evidenza, anacronistico e inconcepibile perché rivolto al fior fiore dell’umanità, all’anima della nostra specie”, uno dei tanti commenti su Trip Advisor. Non si è fatta attendere la paradossale risposta del proprietario del ristorante: “Sono il Comandante, la mia scelta è stata studiata e ristudiata e di conseguenza approvata. Di sicuro non è immorale e non capisco il vostro accanimento. Se volevo bambini e passeggini aprivo una Nursery e non un ristorante”. “I bambini sono maleducati”, ripete convinto il ristoratore romano intervenendo su Radio Cusano Campus. Non intende tornare sui sui passi: “Non mi aspettavo tutto questo clamore. Io sono nonno, ho dei nipoti anche io. Non ce l’ho con i bambini, guai a chi li tocca. Ce l’ho con i genitori che non sanno educare i propri figli. Io quando andavo da bambino al ristorante con mio papà, lui mi diceva ‘stai buono, se ti muovi ti spacco le gambe’. Oggi invece i bambini fanno un casino. E poi per i passeggini non ho spazio. E’ proprio una questione materiale, questi passeggini sembrano tutti suv, occupano un sacco di posti. Tanti miei colleghi, ristoratori, hanno lo stesso problema ma non hanno il coraggio di dirlo. Io invece sono uscito allo scoperto”. Poi chiarisce: “Tante volte mi è capitato di richiamare i genitori che avevano abbandonato i propri figli all’interno del locale. Vanno in giro, si nascondono sotto ai tavoli, a volte c’è anche il rischio che si facciano male. Un bambino una volta si è infilato sotto al tavolo di due coppie e gli è quasi cascata in testa la coppa del ghiacchio. Il bimbo poteva farsi male seriamente, ma la mamma invece ha continuato a chiacchierare come se niente fosse”.

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