Il caldo record fa soffrire tutta l’Europa, gli effetti nocivi sulla salute causati dall’innalzamento dei livelli dell’ozono

caldo record in tutta europaUn’ondata di caldo come quella di questi giorni in Europa centro-occidentale non si vedeva almeno dal luglio 2006, ma in città come Parigi, si sono toccate temperature che non si erano raggiunte neanche nel terribile agosto 2003. All’epoca la calura infernale durò settimane e fu responsabile di oltre 70.000 vittime, ora è presto per fare confronti. La prima a soffrire temperature africane è stata la penisola iberica, dove già domenica si misuravano 44 °C a Cordoba, poi l’anticiclone bollente si è spostato a Est portando temperature di 10-15 °C sopra la media: martedì è toccato alla Francia atlantica, con 40 °C nei dintorni di Bordeaux e 33-35 °C perfino nella fresca Bretagna; mercoledì Parigi ha vissuto una tra le giornate più roventi dall’inizio delle misure nel 1873 con 39,7 °C all’osservatorio di Montsouris, secondi solo ai 40,4 °C del 28 luglio 1947, ma anche Londra è stata invasa dall’aria subtropicale, ben 36,7 °C a Heathrow, mai un luglio così caldo in tutto il Regno Unito. Ieri, poi, mentre a Ovest «rinfrescava» (31 °C a Parigi), ecco avvampare Alsazia, Belgio, Olanda e Germania con 37 °C a Strasburgo e Düsseldorf, 38 °C a Treviri e Maastricht. E non è finita. I modelli meteorologici prospettano la persistenza del caldo fuori norma, salvo temporanee e modeste attenuazioni, su gran parte del continente almeno fin verso il 10 luglio, Italia compresa. Aumentano infatti con il passare delle ore, secondo il bollettino delle ondate di calore del ministero della Salute, i centri urbani contrassegnati dal bollino rosso, il livello massimo su 4, che indica un rischio salute dovuto all’afa per tutta la popolazione, non solo quindi per le categorie a rischio come anziani, bambini o chi soffre di particolari patologie. Sabato 4 luglio sono 5 le città contrassegnate dal bollino rosso (Bolzano, Brescia, Milano, Perugia e Torino) mentre il numero addirittura raddoppia domenica, quando oltre ai 5 centri urbani avranno il livello massimo di allerta Bologna, Firenze, Rieti, Roma e Trieste. Il ministero della Salute suggerisce, per tutti gli abitanti, di evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde della giornata (tra le 11.00 e le 18.00); di evitare le zone particolarmente trafficate, ma anche i parchi e le aree verdi, dove si registrano alti valori di ozono, in particolare per bambini molti piccoli, gli anziani, le persone con asma e altre malattie respiratorie, le persone non autosufficienti o convalescenti; e di evitare l’attività fisica intensa all’aria aperta durante gli orari più caldi della giornata. Sarà dunque soprattutto la durata a rendere straordinaria questa fase di canicola. Qua e là non mancheranno temporali, anche violenti, ma localizzati e non in grado di rinfrescare l’aria né di portare sollievo significativo all’arsura di suoli e coltivazioni. Le configurazioni atmosferiche confermano il quadro di riscaldamento globale in corso, e potranno divenire via via più ricorrenti nei prossimi decenni. Dopo l’episodio di caldo estremo del 2003, nel 2010 toccò alla Russia, nel 2012 agli USA, quest’anno potrebbe essere di nuovo la volta dell’Europa.

Sale il livello dell’ozono

Tra gli effetti nocivi dell’ondata di caldo africano in atto c’è l’aumento dell’ozono, uno dei componenti gassosi dell’atmosfera, ma anche un inquinante pericoloso che potrebbe creare problemi alla salute soprattutto nel periodo estivo: la sua concentrazione aumenta infatti nei periodi di massima intensità della radiazione solare e di caldo. Secondo i dati delle Arpa regionali giovedì 2 luglio è stata superata, in diverse zone del Nord, la soglia di allarme, fissata in 240 µg/m3. A Moggio (Lc) 273 µg/m3, Cantù (Va) sono stati registrati 263 µg/m3, a Erba (Co) 262 µg/m3, a Bergamo 259 µg/m3, Lecco 252 µg/m3. Valori al di sopra della soglia di attenzione, fissata in 180 µg/m3, anche sull’Emilia occidentale, in particolare tra le provincie di Piacenza e Parma, con picchi di 203 µg/m3. (Dati Arpa Lombardia e Arpa Emilia Romagna riferiti a giovedì 2 luglio) La raccomandazione è di non uscire di casa nelle ore pomeridiane e serali quando si registrano i picchi maggiori di ozono. Vanno inoltre evitate le attività fisiche intense nelle ore pomeridiane. L’ozono (O3), meno noto del biossido di carbonio (CO2) e del PM10, è un inquinante altrettanto pericoloso e crea problemi alla salute soltanto in estate. Meno noto del biossido di carbonio (CO2) e del PM10, l’ozono (O3) è un inquinante altrettanto pericoloso ma crea problemi alla salute soltanto in estate: la sua concentrazione aumenta infatti nei periodi di massima intensità della radiazione solare e di caldo. L’ozono è uno dei componenti gassosi dell’atmosfera: il 90% si trova in stratosfera, ossia nello strato compreso tra 11 e 50 km, mentre il restante 10% è contenuto nella troposfera, lo strato immediatamente inferiore sovrastante la superficie terrestre. L’ozono troposferico è anche detto “ozono cattivo” in quanto in elevate concentrazioni è dannoso per la salute dell’uomo e per la vegetazione e per questo motivo è considerato un inquinante. A differenza del biossido di carbonio e del particolato, l’ozono non è un inquinante primario, ossia emesso direttamente in atmosfera, ma secondario perché prodotto dalla reazione dell’ossigeno con il biossido di azoto (NO2) ed il contributo dei composti organici volatili (COV), in presenza di forte irraggiamento solare e temperature elevate. Ciò spiega perché l’ozono troposferico è un inquinante estivo e le concentrazioni sono al massimo nelle ore pomeridiane quando la radiazione solare è più intensa e le temperature più elevate. Nei prossimi giorni con il protrarsi sul nostro paese dell’Anticiclone Nordafricano puntuale si ripresenterà il problema dell’inquinamento da ozono e non solo nelle città, dove l’intenso traffico veicolare immette nell’aria importati quantità di COV, ma anche nelle aree rurali e boschive. Una buona parte dei composti organici volatili hanno infatti un origine biogenica derivante cioè da emissioni naturali provenienti dal suolo e dalla vegetazione. Non sempre quindi cercare un po’ di refrigerio nelle ore centrali della giornata in un parco molto verde e alberato è la soluzione migliore per chi è sensibile all’ozono.

Ma quali sono gli effetti sulla salute?

L’ozono è un forte ossidante in grado di attaccare l’apparato respiratorio provocando irritazioni agli occhi e alla gola, tosse e riduzioni della funzionalità del polmone fino a provocare, nei casi più gravi, edemi polmonari. La maggior parte di questi effetti cessano nel momento in cui I soggetti più a rischio sono innanzitutto i bambini, le persone che fanno attività all’aperto, persone affette da malattie polmonari e persone con particolare suscettibilità all’ozono. Ma attenzione a non demonizzare l’ozono perché quello contenuto nella stratosfera è essenziale per la vita sulla Terra. L’ozono stratosferico è infatti definito “ozono buono” perché costituisce un filtro di primaria importanza per la protezione della biosfera nei confronti nei raggi UV più energetici (UVB e UVC) e le cui penetranti lunghezze d’onda risultano nocive per gli esseri viventi in quanto danneggiano il DNA delle cellule, impedendo in tal modo la loro corretta riproduzione. Se tutta la colonna di ozono (stratosferico e troposferico) venisse ridotta alla pressione di 1 atmosfera e alla temperatura di 0°C, occuperebbe uno spessore di appena 3 millimetri. Nonostante la sua bassissima concentrazione (pensate che tra i 15 e i 35 km di altezza dove l’ozono raggiunge la massima quantità la sua concentrazione è di appena 10 molecole per ogni miliardo di molecole d’aria) questa sottile pellicola di ozono ci protegge e consente al nostro pianeta di essere vivibile.

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