Firenze, si apre una voragine di 200 metri sul Lungarno, decine di auto sprofondate, due palazzi evacuati. Migliaia di persone senz’acqua. Pericolo di nuovi smottamenti (video)

Firenze si apre una voragine di 200 metri sul Lungarno decine di auto sprofondate due palazzi evacuatiUna voragine di circa duecento metri per sette di larghezza si è aperta sul Lungarno Torrigiani, tra Ponte Vecchio e Ponte alle Grazie, in pieno centro a Firenze. Il cedimento è avvenuto attorno alle 6.30 e ha coinvolto una ventina di auto che erano parcheggiate in sosta. Non ci sono feriti. Intorno alle 11, poi, un nuovo crollo di circa dieci metri del manto stradale ha allargato la voragine. La procura ha aperto un’inchiesta. A provocare il cedimento sono stati due guasti ad un tubo dell’acqua: il primo avvenuto nella notte, il secondo quello che ha provocato il crollo del tratto di Lungarno, alle 6.30 di questa mattina. La rottura più grave ha causato anche l’allagamento della voragine sommergendo in parte le vetture cadute all’interno. L’acqua è stata poi asciugata con le idrovere dai vigili del fuoco intervenuti sul posto con la polizia e la municipale. Il Lungarno è stato chiuso al traffico e due palazzi sono stati evacuati (numeri civico 25 e 27) per precauzione. Migliaia di famiglie sono senz’acqua e stessa cosa per le scuole della zona tanto che sono mobilitati i volontari della Protezione civile per portare da bere ai bambini. “Vigili del fuoco e genio civile non escludono che lo smottamento possa continuare ancora”, ha detto lo stesso sindaco Nardella che ha anche invitato i cittadini a non usare l’auto per raggiungere la zona dell’Oltrarno in cui si è verificata la voragine “Non c’è nessun pericolo crollo per i palazzi”, ha poi aggiunto il sindaco. Intanto i residenti vengono contattati per spostare le auto in prossimità anche per permettere lavori alle tubature del gas. Apprensione anche per lo stato della spalletta del fiume Arno che ha retto ma è stata danneggiata.  Sul posto è arrivato anche il sottosegretario Luca Lotti. “Ci ha garantito la copertura per tutti i finanziamenti che saranno necessari al ripristino del Lungarno crollato”, ha detto il sindaco. Senza acqua moltissime abitazioni a Firenze e fuori città per tutta la mattinata, l’acquesotto è stato riaperto intorno alle 11.30 e a secco ora c’è solo il quartiere Oltrarno, dove si è verificata la voragine.”La situazione dell’approvvigionamento idrico tornerà gradualmente a normalizzarsi nella parte di Firenze in riva destra d’Arno, nelle zone di Sorgane e limitrofe, nelle zone di Isolotto e Legnaia.  Intanto – spiega ancora Publiacqua – è stato necessario chiudere anche l’integrazione dell’acqua che da Firenze serve Prato e questo sta provocando problemi di approvvigionamento anche su questa città. I nostri tecnici stanno effettuando manovre e interventi su impianti e reti per ridurre i disagi specialmente nelle ore di maggior consumo”. “Si tratta di un grosso danno. Nessun ferito ma…i danni sono ingenti” ha ripetuto il sindaco Nardella. Da giorni probabilmente c’era una perdita nel tubo di Publiacqua che ha scavato il terreno provocando lo smottamento”. Questa la ricostruizione di quello che è avvenuto secondo il sindaco:  “Intorno a mezzanotte e mezzo i vigili urbani sono stati chiamati e verificato che si era rotto un tubo dell’acquedotto sul lungarno, alle 1.30 l’allerta più importante perchè si è rotto il tubo da 70 centimetri di diametro. Alle 6.14 il crollo”. Da capire poi come “questa rottura abbia potuto causare il crollo”. A lavoro, sulla sponda opposta del Lungarno anche un radar dell’università di Firenze, dipartimento Scienze della Terra, che sta monitorando gli eventuali movimenti della spalletta dell’Arno a ridosso della voragine. E’ posizionato in piazza Mentana. “Si tratta di un radar interferometrico – spiega Aldo Piombino, blogger scientifico collaboratore del dipartimento universitario – il radar è in grado di misurare gli spostamenti anche soltanto millimetrici del terreno”. Un radar simile è fra le attrezzature utilizzate dallo stesso dipartimento per monitorare i movimenti della Costa Concordia nei giorni e nei mesi successivi al naufragio davanti all’isola del Giglio.

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