Ci lascia un attrice sexy e tormentata, è morta Laura Antonelli, aveva 74 anni

morta laura antonelliÈ morta a Ladispoli, vicino Roma, l’attrice Laura Antonelli. Secondo quanto si è appreso, a dare l’allarme stamattina intorno alle 8.30 è stata la donna delle pulizie che l’ha trovata per terra in casa. Arrivati nell’abitazione gli operatori del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Istriana di nascita, per 20 anni è stata protagonista di commedie erotiche e film comici. La sua prima parte importante risale al 1969 con “Venere in pelliccia” ma la pellicola viene censurata e bloccata. Nel 1971 recita in “Il merlo maschio” e nel 1973 è la sexy cameriera in “Malizia”. Negli Anni ’80 partecipa ad altre produzioni come “Grandi magazzini”, “Viuuuletemente mia, “La Venexiana”. Poi ancora in tv con alcune miniserie “Gli indifferenti” e “Disperatamente Giulia”. Il 27 aprile del 1991 l’episodio che cambia la sua vita: i carabinieri la arrestano in seguito al ritrovamento di 36 grammi di cocaina nella sua villa di Cerveteri. È l’inizio di un lungo declino. In primo grado viene condannata a 3 anni e 6 mesi di carcere. Nel 2000 viene assolta in Appello in quanto “consumatrice” ma non “spacciatrice”. La sua carriera però è ormai compromessa. E l’ultima apparizione in “Malizia 2000” finisce in un flop con strascichi giudiziari. La Antonelli fa causa alla produzione dicendo di essere stata costretta a trattamenti di chirurgia estetica. La sentenza arriverà dopo 13 anni con il mancato risarcimento.  Nel frattempo le sue condizioni di salute peggiorano arrivando anche al ricovero per il precario equilibrio psichico. Poi ancora una causa al ministero di Grazia e Giustizia per danni causati dalla lentezza del processo che nel 2006 le riconosce un risarcimento di 100 mila euro per danni di salute e immagine. Nel 2013 Simone Cristicchi le dedica una canzone dal titolo “Laura” perché «la sua vicenda mi ha toccato molto. Una donna, peraltro scagionata da una sentenza che le ha levato di dosso le accuse, che ha patito mille sofferenze per colpa della morale comune che ci mette un secondo a metterti in croce».

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