Un isola con le ore contate

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È apparsa davanti alla costa di Gwadar, subito dopo il violento terremoto di magnitudo 7.8 che martedì ha colpito il Pakistan sud-occidentale. Un’isolotto spuntato dal mare, lungo un centinaio di metri, dalle linee frastagliate. Appena cessata la prima emergenza dopo il sisma, in molti si sono precipitati sulla nuova «isola». Tra i primi «visitatori» anche un gruppo di geologi interessati a studiare la nuova formazione rocciosa e che ora mettono in guardia i pescatori dall’avvicinarvisi troppo: l’isola, infatti, potrebbe scomparire altrettanto velocemente come è apparsa. «È fatta di pietre e fango» – ha spiegato a GEO TV Mohammed Danish, geologo della Marina del Pakistan, sottolineando che il terreno della nuova isola continua a esalare gas in quantità tale da provocare notevoli fiammate ogni volta che qualcuno si accende una sigaretta. Si tratta di una formazione estremamente instabile, dunque, che potrebbe cambiare forma senza preavviso o, addirittura, collassare completamente sotto la superficie marina. «È un fenomeno piuttosto comune dopo i terremoti che si scatenano in questa parte del mondo – spiega ancora il geologo americano Bill Barnhart – Scompaiono perché non sono altro che cumuli di fango che spuntano dal fondale e si innalzano oltre il livello del mare. Le tempeste, semplicemente, le spazzano via abbastanza in fretta. Visto che nemmeno questa è fatta di roccia solida, ci aspettiamo che scompaia entro un paio di mesi». Il meccanismo di formazione di queste isole, proseguono gli esperti, non è troppo differente da un’eruzione vulcanica sottomarina: invece di lava incandescente, dal fondale marino emerge il fango, spinto in alto dalla pressione dei gas. Non sempre è necessario un terremoto per farle apparire e quella spuntata davanti a Gwadar non sembra essere «niente di speciale» agli occhi dei geologi che, comunque raccomandano di evitare di camminarcisi sopra: le sacche di gas intrappolate nel fango potrebbero esplodere senza preavviso.

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