Sciame sismico nel Molise, la paura continua

«Lo spettro della faglia del Matese, il grande mostro storicamente capace di rilasciare energia per magnitudo anche superiori a 7, spinge il mondo scientifico a studiare la serie sismica in corso da giorni, con estrema attenzione e cautela». Sono le parole di Domenico Angelone, consigliere nazionale dei Geologi e già presidente dell’Ordine dei Geologi in Molise il quale, a proposito dello sciame sismico da giorni in regione, ha spiegato che «l’attività in corso, pur essendo una normale attività di rilascio graduale dell’energia, non esclude il verificarsi di eventi di maggiore intensità e/o durata, non necessariamente nelle stesse aree epicentrali fino ad ora interessate, ma in un intorno coincidente con il distretto sismico di riferimento (Baranello-Vinchiaturo)». Gli esperti dicono, insomma, che il peggio potrebbe ancora arrivare. Le piccole scosse registrate fino a questa mattina, domenica 17 dicembre, non sono il segno di un pericolo che sta per passare; non necessariamente. E del resto l’imprevedibilità dei terremoti è forse l’unica cosa prevedibile quando si parla dell terra che trema. «Considerato che non esistono ad oggi le condizioni per procurare un ingiustificato allarme – tranquillizza poi Angelone – si invitano comunque gli amministratori locali a porre in essere tutte le procedure di verifica e protezione degli edifici sensibili». Scuole, edifici pubblici, ospedali e tutto quel complesso edilizio pubblico a rischio crollo «per il 70%» come ricorda ancora il presidente dei Geologi. Non sono proprio buone notizie quelle di chi studia i terremoti e che, in queste ore, sta analizzando con più attenzione la situazione in Molise dove dopo la grande paura per la scossa di terremoto delle 19,55 di sabato sera, e le numerose repliche della notte, in mattinata si è placata l’attività di assestamento del Matese e dalle 7 fino ad ora di pranzo non sono stati registrati movimenti pari o superiori all’intensità 2,0. Fino alle 14,42, quando si è registrata una nuova scossa da 2,8 gradi e poi, alle 15 e 47 un’altra ancora di 2.5. Poi, in serata (praticamente alla stessa ora della scossa più forte di ieri), una più forte, di magnitudo 3,3. Nei comuni più vicini all’epicentro, praticamente tutti sono tornati nelle proprie case anche per via della nevicata e delle temperature gelide. In mattinata, poca gente a passeggio sul corso Vittorio Emanuele, ed un po’ di bambini in piazza a giocare con la neve. A Sant’Antonio Abate, il consueto falò del 17 gennaio. E’ stata una domenica diversa dal solito per molti campobassani, con giaccone, chiavi e documenti a portata di mano per un’eventuale uscita di casa se la terra dovesse tremare di nuovo e la certezza per bimbi e ragazzi di non dover andare a scuola domani. La paura non è passata, ma c’è la consapevolezza dopo una scossa forte non possono mancare altre di assestamento e che l’andamento del cosiddetto ’sciame’ di questi giorni è stato sostanzialmente regolare. «Ho trascorso la notte – racconta una signora – da mia figlia, che vive in una casa antisismica. Anche se ha avuto più paura lei di me». «La paura c’è – ci spiega il proprietario di una pasticceria – ma dobbiamo lavorare: oggi ho regolarmente aperto». Più delicata la situazione a Baranello: qui non si sono registrati danni, ma nel paese più vicino all’epicentro delle scosse la paura è ancora tanta. «Da una prima verifica del centro storico, delle chiese e dei fabbricati abbandonati – ha scritto il sindaco Marco Maio – non si registrano danni rilevanti. Nessuna richiesta di assistenza sanitaria a persone. Al momento non si segnalano criticità». Il primo cittadino ha poi invitato chi non si sentisse sicuro di dormire nella propria abitazione, a stazionare nel centro di raccolta comunale nelle vicinanze del campo sportivo in zona ex fornace. Le scuole resteranno chiuse domani per precauzione, anche se sono in fabbricati antisismici di recente costruzione. «Non è possibile fare previsioni – ricordail sismologo dell’Ingv Antonio Piersanti, interpellato dall’Ansa – ma in generale, in più del 99% dei casi, le sequenze sismiche non hanno un terremoto distruttivo che segue». «Le sequenze – prosegue – possono durare giorni, mesi e anche anni. La zona interessata è ad alta pericolosità sismica, ma fenomeni come questo nella storia non sono stati frequentissimi». Ricordando «il terremoto di Bojano del 1805 che fece più di 5mila morti», il sismologo spiega che nell’area in cui si sta verificando lo sciame sismico «c’è la probabilità che avvengano terremoti distruttivi, ma non c’è certezza per dire quando». Per prevenire effetti devastanti, ricorda Piersanti, l’unica cosa da fare è «costruire bene le case e gli edifici pubblici». Quindi, gli Enti locali e la Protezione civile «devono verificare che le costruzioni siano in sicurezza altrimenti vanno evacuate permanentemente e dichiarate non agibili». Il governatore Paolo Frattura, intanto, ha invitato i sindaci dei comuni molisani che gravitano nel raggio di 10 chilometri dal luogo dell’epicentro e che dunque hanno potuto risentire dei contraccolpi delle scosse avvertite in maniera massiccia ieri e ancora nelle ultime ore a valutare la possibilità di chiusura degli edifici scolastici per la giornata di domani, lunedì 18 gennaio. «È una sollecitazione condivisa con il nostro Servizio di protezione civile e il direttore Gino Cardarelli: ulteriori e più approfonditi controlli e verifiche sugli edifici scolastici. Per questo il nostro invito a valutare la chiusura delle scuole domani, al di là delle decisioni derivanti dalle attuali condizioni meteorologiche».

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