Il premier Matteo Renzi è giunto all’Eliseo, accolto dal presidente francese Francois Hollande, per un bilaterale dedicato alla lotta all’Isis, dopo gli attentati del 13 novembre.
«Abbiamo sentito il dolore di questa nazione come il nostro dolore», ha detto Renzi. «È stato compiuto un attentato non solo contro la Francia e contro l’Europa ma contro l’umanità». «Sui rifugiati abbiamo bisogno di avere un accordo globale con la Turchia, che può essere davvero significativo nella costruzione di un diverso livello di accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo. L’Italia conferma i suoi impegni a livello Ue. Siamo impegnati a livello militare, in molti casi con la Francia, e penso al Libano ma non solo: anche all’Iraq, Siria, Afghanistan, Kosovo e Africa, dove molto forte è l’impegno francese». «È fondamentale dare priorità assoluta al dossier Libia che rischia di essere la maggiore emergenza. I nostri valori sono molto più importanti della loro barbarie. Contro il terrorismo serve «una risposta culturale, non solo militare. C’è la necessità di una coalizione sempre più ampia che porti alla distruzione dell’Isis e del disegno atroce che esso rappresenta».Dopo il vertice con Hollande il premier Renzi si è recato alla Sorbona per un intervento e un omaggio alle vittime delle stragi di Parigi del 13 novembre scorso. «Per sconfiggere il terrore bisogna vincere la paura: non deve farci perdere la nostra umanità, la nostra identità», ha detto Matteo Renzi alla Sorbona. «Bisogna serrare i ranghi dell’Ue e contrastare le forze centrifughe che attraversano il continente: dal rischio di Brexit, alle conseguenze politiche della crisi economica e finanziaria, ci sono troppi strappi nel tessuto dell’Unione, ma il rischio maggiore è lo strappo tra le istituzioni e i cittadini». Serve una maggiore cooperazione tra l’intelligence degli Stati membri. È questa, secondo il premier Matteo Renzi, la lezione più importante che si può trarre dagli attentati del 13 novembre. «Non rinunceremo mai alla nostra identità, non rinunceremo mai a vivere, non rinunceremo mai a vivere liberi». «Viva la Francia, viva l’Italia». Il discorso del premier Renzi e il suo omaggio alle vittime del 13 novembre è stato salutato con una standing ovation da studenti e insegnanti della Sorbona.