Pensione di reversibilità, cos’è e come funziona

Pensione di reversibilit%C3%A0 cos%E2%80%99%C3%A8 e come funzionaLa pensione di reversibilità è il trattamento riservato ai “superstiti” del pensionato o del lavoratore deceduto (in questo caso viene definita “pensione indiretta”). La prestazione economica viene erogata dall’Inps. Oggi è legata al reddito Irpef. In futuro potrebbe, invece, essere condizionata dall’Isee, la situazione economica complessiva. Questo se passa il disegno di legge delega sul “contrasto alla povertà” presentato dal consiglio dei ministri a fine gennaio.

A chi spetta?

Viene spiegato in modo dettagliato sul sito dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale.

– Al coniuge (anche se separato o divorziato, se titolare di un assegno di mantenimento)

– Ai figli (se alla data del decesso del genitore non hanno ancora raggiunto la maggiore età. Se sono studenti o universitari tra i 18 e i 26 anni, e ancora a carico alla data della morte del parente. E se sono inabili, cioè con problemi fisici o mentali)

– Ai nipoti minori (anche se non formalmente affidati) se a carico degli ascendenti (nonno o nonna) alla data della loro morte

– In assenza di altre figure, a fratelli celibi e inabili e a sorelle nubili e inabili, a carico della persona defunta, se non sono già titolari di una pensione.

Quando si riceve ?

Dal 1° giorno del mese successivo a quello del decesso del lavoratore o del pensionato, a prescindere dalla presentazione della domanda.

A quanto ammonta?

La pensione di reversibilità si calcola sulla base dell’assegno percepito dalla persona scomparsa, oppure in base alla pensione che il defunto già percepiva. La legge prevede importi variabili che si calcolano in base alla situazione familiare:

– Spetta il 60% della pensione solo se c’è il coniuge

– 70% per un figlio

– 80% per il coniuge e un figlio o due figli senza coniuge

– 100% per il coniuge e i figli sono più di tre

– 15% per ogni altro familiare, diverso dal coniuge, figli e nipoti.

L’erogazione dura per sempre?

No. Il diritto alla pensione per i superstiti può cessare se il coniuge si risposa, se viene meno lo stato di inabilità di colui che la percepisce, se i figli universitari terminano o interrompono gli studi e, al compimento del 26esimo anno di età. Infine, nel caso in cui i fratelli celibi e le sorelle nubili, si sposano o prendono un’altra pensione.

Cosa cambia con l’Isee?

L’Isee è “l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente” e valuta la posizione economica di coloro che percepiscono le pensioni di reversibilità, richiedono agevolazioni e prestazioni sociali. Gli eredi in vita potrebbero subire ulteriori tagli. Da qui la polemica sollevata dai sindacati.

Già oggi, comunque, la pensione di reversibilità può essere tagliata se il beneficiario possiede altri redditi. A introdurre questa norma fu il governo Dini nel 1995. Il taglio varia tra il 25 e il 50% dell’importo iniziale.

Lascia un commento