Napoli, svolta nelle indagini per la morte della piccola Fortuna, violentata e gettata dal balcone, era finita in una rete di pedofili. Arrestato il compagno della vicina

Napoli svolta nelle indagini per la morte della piccola FortunaSvolta nella morte della piccola Fortuna Loffredo, la bambina morta al parco Verde di Caivano cadendo giù dal sesto piano dell’edificio dove abitava con la madre. Arrestato un uomo con l’accusa di omicidio si tratta Raimondo Caputo, il convivente della madre dell’amica del cuore della bambina e di Antonio Giglio, un bambino morto in circostanze analoghe un anno prima di Fortuna. “Da una parte sono contenta perché ho avuto giustizia, dall’altro dico che quei due devono marcire in carcere perché hanno ammazzato mia figlia”. Poche amare parole per Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna uccisa a 6 anni dopo aver subito abusi sessuali. La donna se la prende anche con la compagna dell’uomo, sua vicina di casa, in carcere per violenza su un’altra bimba di tre anni, e a loro dice: “Voglio guardarvi in faccia per capire perché lo avete fatto”. Caputo, arrestato oggi per l’omicidio di Fortuna Loffredo, era già in carcere insieme proprio alla compagna da novembre 2015.

I due, allora, furono fermati con l’accusa di violenza sessuale sulla figlia di tre anni. La donna di 26 anni era madre di Antonio Giglio, un altro bambino di 3 anni morto il 28 aprile 2013 precipitando dal balcone dello stesso palazzo del parco Verde di Caivano  in cui morì un anno dopo Fortuna Loffredo.Le indagini sono condotte dai carabinieri con il coordinamento della Procura di Napoli Nord. La bimba era precipitata il 24 giugno di due anni fa. A prima vista, si era pensato a un incidente. Ma poi, con il passare del tempo, aveva sempre più preso corpo l’incubo di un mostro presente proprio nel palazzo del Parco Verde. E si era subito ricordato il caso di Antonio Giglio. Ora il cerchio sembra chiudersi. L’autopsia sulla piccola Fortuna aveva confermato che la piccola aveva subito “abusi reiterati”. Nel procedimento la mamma dei familiari della bambina sono assistiti dagli avvocati Gennaro Razzino, Luca Zanchini, Angelo e Sergio Pisani. “Abbiamo avuto sempre fiducia, la mamma di Fortuna e io, che si sarebbero individuati i responsabili. Complimenti agli investigatori”, commenta l’avvocato Gennaro Razzino. Dall’inizio, insomma, la Procura ha sospettato che Fortuna Loffredo fosse rimasta coinvolta in un giro di pedofilia, del quale forse anche altri bambini del Parco Verde sono vittime. Un sospetto condiviso dalla madre della bimba morta, Domenica Guardato. La donna ha sempre puntato senza esitazione il dito contro le persone che abitano nell’edificio: “Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Chi sa parli”, disse mesi dopo la morte della piccola. Nel corso delle indagini sono state arrestate due persone per abuso su minori, e prima della morte di Fortuna un altro bambino era deceduto in circostanze da chiarire. In entrambi i casi, all’inizio si pensò a cadute accidentali, nel caso del piccolo Antonio dal balcone di casa e in quello di Fortuna, dal terrazzo dell’edificio. “Se quella che gli inquirenti hanno trovato è davvero ‘la’ verità, li ringraziamo.

La nostra comunità ha vissuto due anni di sofferenza inimmaginabile, dopo la morte di Fortuna. E se le responsabilità vengono accertate, il colpevole dovrà pagare. Quello che ha commesso è il peccato più orribile che si possa immaginare”. Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, celebrò nel 2014 i funerali della piccola Fortuna e non ha mai smesso di sostenere la ricerca della verità: “Ho ripetuto mille volte, dall’altare e in privato: chi sa, parli. Mi auguro che la verità possa finalmente segnare un momento di rinascita per la gente del parco Verde, realtà segnata da estrema povertà ma dove vivono persone perbene, ingiustamente colpite da sospetti generalizzati”.

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