Marò – paura per Salvatore Girone: colpito dalla febbre Dengue è stato ricoverato d’urgenza a New Delhi, in India

paura per Salvatore Girone Colpito dalla febbre DenguePaura per il marò italiano Salvatore Girone, ricoverato d’urgenza a New Delhi, in India. Girone, a differenza del collega Massimiliano Latorre in Italia per motivi di salute, si trova ancora agli arresti in India. Da quanto si apprende, è stato portato in ospedale perché colpito dalla febbre Dengue. Ancora non si conoscono i dettagli delle sue condizioni. Il ministero della Difesa sta seguendo da vicino la vicenda di Salvatore Girone e il ministro Roberta Pinotti ha già sentito il fuciliere di Marina. Secondo quanto riferito dal consigliere del ministro Gianfranco Paglia, per l’India sono già partiti due medici italiani. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, la situazione del marò italiano non è grave. Il ricovero in ospedale è precauzionale, come sempre avviene in questi casi e come accaduto già in passato con altri soldati italiani in missione all’estero. Salvatore Girone è attualmente trattenuto in India con l’accusa di aver ucciso, insieme al collega Massimiliano Latorre, due pescatori indiani nel febbraio 2012. Nei giorni scorsi sulla complessa vicenda dei due marò italiani è intervenuto il Tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo che ha chiesto a India e Italia di sospendere le iniziative giudiziarie in corso. A quel punto la Corte Suprema indiana ha sospeso “fino a nuovo ordine” tutti i procedimenti  che vedono coinvolti i due fucilieri di Marina. Sono quattro le iniziative giudiziarie sospese a seguito della sentenza emessa dal Tribunale internazionale per il diritto del mare (Itlos) di Amburgo e dell’ordinanza dettata di conseguenza dalla Corte Suprema mercoledì scorso. La prima è una istanza (236 del 2014) in cui Latorre e Girone sollevano una eccezione di giurisdizione per il loro caso. La seconda (I.A. No.5), è collegata con la causa madre (SLP 20370/2012) in cui la difesa dei militari italiani chiede la rimozione della polizia antiterrorismo Nia dall’indagine dopo la decisione di escludere dal processo la legge indiana per la repressione del terrorismo marittimo (SUA Act). La terza è un ricorso (WP-C 919/2014) firmato da un membro dell’equipaggio di nome Kiksariyan in cui si chiede di reintrodurre nel processo “le principali disposizioni” del SUA Act e dell’Admiralty offences (Colonial Act). La quarta (R.C.No.4/2013/NIA/DLI) è la richiesta presentata dalla stessa polizia Nia al tribunale speciale di New Delhi designato a suo tempo dalla Corte suprema. Nell’ordinanza firmata dal giudice Anil R.Dave si sostiene infine che la recente istanza (I.A.No.3/2015) presentata in luglio dai legali dei marò per sospendere i procedimenti giudiziari in India trova soddisfazione in quanto deciso dalla Corte Suprema.

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