Liliana Segre e la Riforma Politica Italiana: Una Visione Critica

Liliana Segre e la Riforma Politica ItalianaNel cuore del dibattito parlamentare, la senatrice a vita Liliana Segre ha condiviso le sue riflessioni critiche sulla proposta di riforma costituzionale riguardante il premierato. La sua voce, carica di esperienza e saggezza, ha risuonato nell’Aula di Palazzo Madama, offrendo una prospettiva ponderata e lungimirante. Segre esprime dubbi sulla necessità di riformare la Costituzione italiana, citando i risultati dei referendum del 2006 e del 2016 come testimonianza del dissenso popolare verso cambiamenti radicali. Sottolinea l’importanza di attuare e rispettare la Costituzione esistente, piuttosto che modificarla precipitosamente.

La senatrice critica l’abuso della potestà legislativa da parte dei Governi, un fenomeno che non trova giustificazione nell’urgenza o nella necessità. È sorpresa dalla mancanza di reazione da parte degli eletti, di ogni orientamento politico, di fronte a questa pratica inveterata. Segre invita a un approccio cauto e attento nella riforma costituzionale. Il legislatore deve elevarsi al di sopra delle convenienze politiche del momento e guardare verso l’infinito, come suggerito da Leopardi, per garantire una convivenza libera e sicura ai cittadini del futuro.

La proposta di riforma, secondo Segre, porta con sé rischi significativi. L’introduzione dell’elezione diretta del capo del governo potrebbe creare una stabilità fittizia o danneggiare gravemente la rappresentatività del parlamento. La senatrice mette in guardia contro la creazione di maggioranze artificiali e l’erosione del principio di uguaglianza del voto. Un altro punto di preoccupazione è il declassamento del ruolo del Presidente della Repubblica, che verrebbe privato di prerogative fondamentali e costretto a una posizione subordinata rispetto a un Presidente del Consiglio rafforzato da un mandato popolare diretto.

Segre conclude con un appello alla prudenza e al rispetto del principio di precauzione. Invita a considerare modelli e strumenti già sperimentati in altre democrazie occidentali, che non esporrebbero il Paese a rischi e squilibri. La scelta di riformare non deve essere guidata da slogan, ma da un profondo rispetto per i principi costituzionali che proteggono la democrazia e la separazione dei poteri.

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