“Non credo assolutamente che mia sorella si sia suicidata. Non lo avrebbe mai fatto e soprattutto, vista la riservatezza, mai a due passi da casa, usando un albero in una piazza. Per assurdo avrebbe potuto farlo usando il soppalco. Io e la mia famiglia vogliamo la verità. Del fidanzato non voglio parlare, noi eravamo contrari per precisi motivi alla relazione”. Sono le parole della testimonial anti-droga Giorgia Benusiglio, sulla morte della sorella, Carlotta,trovata impiccata con una sciarpa martedì scorso in una piazza di Milano. Ora sulla sua morte si spalancano inquientanti dubbi e la Procura di Milano ha aperto una inchiesta. La donna Carlotta Benusiglio, 37 anni, è stata trovata all’alba in piazza Napoli dalla polizia che aveva parlato di suicidio. Il fascicolo è in mano al pm Antonio Cristillo e domani mattina, alle 8, verrà effettuata l’autopsia sul corpo della giovane. Solo dopo si avranno maggiori informazioni, e sarà eventualmente formalizzata un’ipotesi di reato. La famiglia non crede all’ipotesi del suicidio in piazza, “perché le modalità con cui si è concretizzato contrastano con la personalità di Carlotta, una ragazza molto riservata – spiega l’avvocato dei Benusiglio, Gianluigi Tizzoni – in più, proprio martedì la giovane aspettava la visita di una cara amica che vive all’estero”. La giovane, di professione stilista, è stata trovata verso le 6 del mattino: un passante dopo aver visto il corpo impiccato a un albero ha chiamato il 112. Gli agenti del commissariato di Porta Genova appena arrivati hanno trovato la giovane con una sciarpa attorno al collo, ma i piedi che toccavano terra. Carlotta più volte negli ultimi mesi era andata al pronto soccorso in seguito ai litigi col fidanzato, con cui stava da un paio d’anni e che aveva denunciato per lesioni. La sorella, Giorgia Benusiglio, è una giovane scrittrice impegnata in una campagna contro la droga rivolta soprattutto ai giovani. Da ragazzina rischiò di morire dopo aver preso una mezza pastiglia di ecstasy e si salvò solo grazie a un trapianto di fegato effettuato al Niguarda di Milano. Da allora gira nelle scuole e ha incontrato migliaia di studenti per raccontare la sua storia e fare prevenzione contro le droghe. Il titolo del suo libro? “Vuoi trasgredire? Non Farti!”. “Perdonatemi se non sto più rispondendo ai messaggi – aveva scritto ieri sulla sua bacheca Facebook – e se non sto più postando nulla sulla pagina, ma una tragedia inimmaginabile ha colpito la mia famiglia… Sono distrutta…”. “Mia sorella stava bene, era serena – continua la sorella – l’ultima che l’ha sentita è stata mia madre, il lunedì alle 11 di sera. Si sarebbero dovute vedere insieme per mangiare a pranzo proprio martedì. E una madre sente se la figlia sta bene o no”, dice distrutta dal dolore ma intenzionata a chiedere di fare “chiarezza”. “Aveva mille progetti, era un’artista, era appena tornata da Venezia dove era stata per una festa di nubilato dove aveva disegnato e realizzato l’abito da sposa per un’amica”, racconta ancora Giorgia, 33 anni. “E poi – aggiunge – a giorni doveva venire a trovarla un’amica dall’Argentina che non vedeva da sei anni. Insomma non è il comportamento di chi vuole farla finita”. Sul fidanzato non vuole e non può parlare: “Ci sono le indagini in corso, la casa di mia sorella è sotto sequestro. Lei aveva denunciato il fidanzato diverse volte per violenze. Ma di più non chiedetemi. Ringrazio il magistrato e gli investigatori della polizia per tutto quello che stanno facendo”.