Il Vaticano insiste, rapporto Onu anomalo

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Con una lunga dichiarazione publicata sul sito della Radio vaticana il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, torna sul documento pubblicato mercoledì a Ginevra dal comitato delle Nazioni Unite responsabile dell’applicazione della convenzione Onu per la tutela dei minori definendolo “anomalo, con gravi limiti e oltre le sue competenze”. “Le raccomandazioni formulate dal Comitato sono spesso piuttosto scarne e di peso relativo”, rileva il gesuita. “Non per caso non se ne è quasi mai sentita eco a livello di stampa internazionale, anche nel caso di Paesi dove i problemi dei diritti umani e dell’infanzia sono notoriamente gravi”. “La Santa Sede – come ha detto monsignor Parolin – continuerà ad impegnarsi per attuare la Convenzione e per mantenere un dialogo aperto, costruttivo e impegnato con gli organi in essa previsti”, afferma Lombardi. “Prenderà le sue ulteriori posizioni e ne darà conto, e così via, senza pretendere di sottrarsi a un dialogo autentico, alle procedure previste, con apertura alle critiche giustificate, ma lo farà con coraggio e decisione, senza timidezza”. Allo stesso tempo, “non si può non rilevare che le ultime raccomandazioni pubblicate dal Comitato appaiono presentare – a giudizio di chi ha ben seguito il processo che le ha precedute – limiti gravi. Non hanno tenuto conto adeguato delle risposte, sia scritte, sia orali, date dai rappresentanti della Santa Sede. Chi ha letto e ascoltato queste risposte non ne trova riflessi proporzionati nel documento del Comitato, tanto da far pensare che esso fosse praticamente già scritto o perlomeno nettamente impostato prima dell’audizione”. In particolare “sembra grave la non comprensione della natura specifica della Santa Sede. E’ vero che si tratta di una realtà diversa dagli altri Stati e questo rende meno facile comprenderne ruolo e responsabilità. Ma ciò è stato spiegato molte volte dettagliatamente nei vent’anni e più di adesione alla Convenzione e in particolare nelle recenti risposte scritte. Non si è capaci di capire o non si vuole capire? In ambedue i casi si ha diritto a stupirsi”.

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