Non conduce una vita completamente fuori dal mondo, Joseph Ratzinger. Da quando ha deciso di cedere il soglio di Pietro al suo successore, con le sue dimissioni, dedica gran parte della sua giornata alla preghiera. Ma non solo: legge, studia, riceve visite e si informa. E allora di fronte alla notizia, circolata nei giorni scorsi su qualche media, secondo la quale lui avrebbe detto in confidenza che il Terzo Segreto di Fatima non è stato completamente svelato, ha deciso di intervenire pubblicamente con una nota. E a pubblicarla è stata la stessa sala stampa vaticana. Il Papa emerito, intorno al quale resta comunque una cortina di riservatezza, rompe dunque il silenzio. In questi tre anni lo abbiamo visto in alcune grandi celebrazioni, come la canonizzazione di Wojtyla e Roncalli o l’apertura del Giubileo. Suoi pensieri sono pure arrivati da piccole occasioni private che lo hanno visto protagonista. Ma da quando si era dimesso non c’era mai stata una dichiarazione pubblica di tale vigore. E lo ha fatto in merito alla terza parte delle rivelazioni della Madonna ai tre pastorelli di Fatima, nel 1917, quella in cui si parla dell’attacco alla Chiesa e anche di un «vescovo vestito di bianco» colpito a morte. Alcuni articoli apparsi recentemente avevano infatti riportato dichiarazioni attribuite al professor Ingo Dollinger, secondo cui Ratzinger, dopo la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima (avvenuta nel giugno 2000), gli avrebbe confidato che tale pubblicazione non è stata completa. Benedetto XVI è intervenuto per chiarire «di non aver mai parlato col professor Dollinger circa Fatima»; ha aggiunto che le esternazioni attribuite al prof. Dollinger su questo tema «sono pure invenzioni, assolutamente non vere» e ha infine confermato decisamente: «La pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa». Al di là degli importanti contenuti, questo comunicato conferma anche che il Papa emerito Benedetto XVI «sta bene», anche se debbono essere considerati i suoi 89 anni compiuti un mese fa. «Prega, ama studiare e leggere, si dedica alla corrispondenza, cammina per il rosario nei giardini vaticani, riceve visite», ha riferito ieri sera il suo segretario, mons. George Gaenswein, a margine della presentazione di un libro proprio sul pontificato di Joseph Ratzinger alla Gregoriana. Gaenswein ha anche riferito che si tiene costantemente informato sull’attualità «e cerca perfino le firme» dei giornalisti. E a breve ci potrebbe essere anche un evento in cui sarà possibile rivederlo: la festa per i 65 anni del suo sacerdozio il 29 giugno. «Vedremo che cosa si riuscirà a organizzare. È un’occasione oggettiva che fa sperare di poterlo vedere e di dimostrare – ha aggiunto Gaenswein scherzando – che la mia frase sulla candela era stupida». A un settimanale italiano infatti il segretario del Papa emerito aveva detto che Benedetto è come una candela che si spegne piano piano. «Non sapevo che in italiano potesse avere un significato negativo. Dire che è come una candela significa che la forza della sua luce è la stessa», ha spiegato. Tornando invece sulla scelta delle dimissioni, mons. Gaenswein ha detto: «Nessun traditore, o corvo, o qualsivoglia giornalista, avrebbe potuto spingerlo alle dimissioni», legate, come lo stesso Ratzinger spiegò, solo alla consapevolezza «che venivano meno le forze necessarie per un compito cosi gravoso».
IL TERZO SEGRETO
Il terzo segreto di Fatima secondo la Chiesa cattolica è il messaggio segreto comunicato dalla Vergine Maria ai tre pastorelli ai quali sarebbe apparsa, a Fatima, dal 13 maggio al 13 ottobre 1917. La trascrizione delle prime due parti del segreto si trova nella terza memoria di suor Lucia, del 31 agosto 1941. Nella successiva stesura – l’8 dicembre dello stesso anno – suor Lucia aggiunse qualche annotazione. La terza parte fu scritta su ordine del vescovo di Leira il 3 gennaio 1944 e consegnata in busta chiusa, sulla quale si legge: ‘Per ordine espresso di Nostra Signora questa busta può essere aperta nel 1960…’ . Giovanni XXIII e i suoi successori non ritennero opportuna la rivelazione del contenuto. Il silenzio si interruppe nel Duemila quando la Chiesa cattolica lo rese pubblico per volontà di papa Wojtyla che aveva una speciale devozione nei confronti della Madonna di Fatima.
L’allora cardinale Ratzinger, che aveva mostrato di conoscere il segreto, insieme al papa e a suor Lucia, dichiarò nel 1996 a una radio portoghese che non c’era nulla di preoccupante nel segreto, e che rimaneva tale per evitare di confondere la profezia religiosa con il sensazionalismo. Nel Duemila, la pubblicazione del testo:
«…E vedemmo (‘qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davantì), in una luce immensa che è Dio, un vescovo vestito di bianco (‘abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre), altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi, come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce…».