I Misteri dell’Ordine

Questo racconto fantasy è stato scritto dal sottoscritto due anni fa. Questo era solo il primo capitolo, avevo gia pronto il secondo ma persi tutto causa problemi al pc. Il racconto prende spunto da un gioco online molto conosciuto, si chiama Guild Wars. Parla della storia della gilda OMDM, (Ordine Dei Monaci Della Morte) gilda formata ormai 4 anni fa, forse piu, che in quel gioco ebbe un bel successo, negativo o positivo non saprei dirlo oggi, ma di certo eravamo conosciuti da tutti 🙂 (per merito o demerito del sottoscritto) Non escludo che dopo aver ritrovato questo racconto io non possa continuare la storia, magari riscrivendo ex novo il secondo capitolo e poi andare avanti.

6666

logo new omdm gw

Sono trascorsi ormai due lunghi anni da quando la “Sacerdotessa di Grenth” Alexandra la Vey morì in battaglia, la guerra combattuta contro i seguaci di Yahweh distrusse quasi completamente l’Isola Del Morto, parecchi Monaci perirono per difendere il Monastero, purtroppo invano. L’isola del morto era un isola lontana dalla terraferma, pochi avevano avuto il coraggio di raggiungerla, le storie che si narravano sull’Ordine Dei Monaci Della Morte erano il piu delle volte inventate, molti dicevano che L’Ordine era stato creato personalmente dal Dio Teschio Grenth, con il compito di uccidere chiunque profanasse il suo Nome. Prima della grande guerra contro Yahweh poche navi riuscirono ad attraccare sul vecchio molo dell’Isola Del Morto, molti avevano timore del Dio Grenth, pensavano che chi si fosse imbattuto contro l’Ordine sarebbe morto di pestilenza, o ucciso da chissà quale magia occulta. Le poche navi che riuscirono ad arrivare all’Isola da tutti maledetta, erano capeggiate da capitani senza scrupolo; leggende tramandate da generazioni raccontavano anche di tesori nascosti nelle cripte del Monastero. Animati dalla sete di conquista salparono alla ricerca di oro diamanti rubini e zaffiri, convinti che i Monaci li nascondessero nei sotterranei del Grande Castello. Arrivati al piccolo villaggio ai piedi del colle dove sorgeva il Monastero, rimasero stupefatti. Si trovarono di fronte a una povertà che non potevano immaginare, avevano navigato per giorni e giorni con la sola idea di andare a saccheggiare un tesoro immenso, contadini intenti a lavorare la terra, donne che lavavano i loro pochi stracci sulla riva del fiume, bambini che correvano per le strade urlando frasi incomprensibili, era questo il tesoro? Il capitano Grave fece un cenno ai suoi uomini, tutti si fermarono davanti al portone di una casa costruita con mattoni di fango. Il capitano con voce sicura disse: “ questo è solo un villaggio abitato da pezzenti, i monaci si servono di loro e li rendono schiavi, dobbiamo entrare nel Monastero.” Voleva continuare la frase con l’intento di incitare i suoi marinai, ma venne interrotto da una decina di uomini. Erano alcuni accoliti della “Grande Sacerdotessa”. In quel periodo l’Isola del Morto era un luogo tranquillo. Quando “Alexandra la Vey” trovò il Santuario di Grenth e udìì la voce del Sommo, fece un patto, la sua anima eternamente al servizio del Dio Teschio per poter guidare l’Ordine. Non era ancora scoppiata la prima Grande Guerra e in quel luogo tutti vivevano serenamente, ignari di quello che nelle lontane terreferme si raccontava di loro. Gli accoliti chiesero gentilmente: “Stranieri state cercando qualcosa? Possiamo aiutarvi?” Grave rimase per alcuni secondi interdetto, non si aspettava di trovare qualcuno che offrisse loro aiuto, si mise le mani nei fianchi e con aria strafottente rispose: “Noi non abbiamo bisogno di nessun aiuto, siamo qui per arrivare alle cripte del Grande Castello”. Il Grande Castello era una costruzione edificata trecento anni prima dell’arrivo dei Monaci Della Morte, che costruirono il Monastero sulle rovine del tempio pagano annesso al Castello, sempre all’interno delle grandi Mura. Nessun Monaco aveva mai sentito parlare di tesori nascosti, gli accoliti non erano a conoscenza di cripte, infatti risposero con tono sorpreso: “Cripte? Non esistono, il Castello è la dimora della nostra Sacerdotessa, se c’erano delle antiche cripte lo avremmo saputo, perché state cercando quello che non esiste?” Grave sentendo queste parole si alterò e alzò la voce: “Le leggende narrano di tesori gelosamente nascosti dai Monaci nelle vostre cripte, e voi non avete fatto altro che mettere in giro strane storie sul vostro Dio per insinuare la paura su chi li sta cercando, ma noi siamo qui perché non crediamo a nessuna delle vostre storie, il vostro Dio non ci fa paura, non ci faremo prendere in giro da dei garzoni vestiti da frate, se volete veramente offrire il vostro aiuto portateci alle porte delle Grandi Mura oppure andatevene se non volete che io vi strappi la lingua”. Udite queste parole si fece avanti un accolito che fino a quel momento se ne era stato dietro al gruppo e non aveva detto una sola parola, guardò con aria di sfida il capitano Grave e gli disse: “Se sei davvero convinto che le leggende che alcuni stolti narrano dalle tue parti siano vere, allora io ti porterò al Monastero, cosi potrai vedere con i tuoi stessi occhi che non esiste nessun tesoro, nessuna cripta.” >Il suo nome era Guts, era uno degli accoliti piu legati alla Sacerdotessa, era stato abbandonato in fasce e ritrovato sulla spiaggia dai pescatori, che non potendolo accudire lo portarono dai Monaci, fu allevato come un mistico, aveva dei poteri elementali molto potenti, riusciva a controllare i 4 elementi come nessun altro, al suo sesto compleanno ebbe il grande onore di conoscere Alexandra la Vey. Non era solita uscire dalle dimore del suo Grande Castello, andò nella povera cella di Guts che vedendola entrare dalla piccola porta ebbe un sussulto, si stropicciò gli occhi due volte prima di inginocchiarsi ai suoi piedi, Ella fece per farlo rialzare ma Guts non poteva reggere lo sguardo di colei che era stata ordinata dal Dio Teschio a guidare l’Ordine, ma lei con fare materno le prese la mano e le disse: “Guts tu sei un dono per tutti noi, tu un giorno salverai questo monastero e tutti i tuoi fratelli con il tuo coraggio e i tuoi poteri, mentre io morirò in battaglia, Grenth ordinerà a te e a una tua consorella di guidare L’Ordine Dei Monaci Della Morte, figlio mio, purtroppo il destino ti ha riservato una vita di guerra e di morte, vedrai tanti tuoi fratelli perire, solo tu potrai salvare quest’isola dagli invasori, un giorno non molto lontano dalla mia morte una Gilda formata da ignobili criminali che si fanno chiamare “Otth” verrà a proporti un alleanza, i loro seguaci sono guidati da due pericolosi assassini, un uomo e una donna, sarà tutto nelle tue mani, le tue decisioni peseranno sul destino di tutti i tuoi compagni”. Guts imprecò, “Non voglio questo destino, non voglio che Lei muoia, morirò io al suo posto, Grenth non può far morire colei che è stata scelta, io non sono in grado di guidare i miei fratelli, ne ora ne mai!!” Alexandra prese il suo bastone, lo mise nelle mani di Guts e gli disse: non siamo noi a scegliere il nostro destino, non ci è dato scegliere, nemmeno io posso farlo, siamo nelle mani del nostro Signore Grenth, se sono qui è perché mi è stato ordinato da Egli stesso, quello che ti ho detto mi è stato rivelato in sogno, e mi è stato chiesto di farti un dono,  è il bastone di Grenth, nessuno tranne me è riuscito mai a controllare i suoi poteri, ma io so che tu sarai in grado di farlo, fa parte del tuo destino, ti ordino di accettare con saggezza quello che ti è stato rivelato stasera, perché tu sei il nostro Salvatore.” Detto questo lasciò Guts solo nella sua cella a piangere e tornò nel suo Castello.< Il capitano Grave accettò la proposta di Guts, ma non si fidò, comandò a uno dei suoi ufficiali di tornare alla nave e di puntare i cannoni sulle mura che recintavano il Castello, fatto questo disse a Guts: “Ti avverto garzone, se entro domani mattina i miei uomini non ci vedranno tornare, questo villaggio e il tuo monastero verranno distrutti”. Guts non rispose, fece solo un gesto come per seguirlo.

 

Lascia un commento