E’ il giorno del dolore, i funerali solenni ad Ascoli. Il vescovo: “Non perdete coraggio”. Mattarella visita le tendopoli

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E il giorno del dolore i funerali solenni ad Ascoli. Il vescovo Non perdete coraggio. Mattarella visita le tendopoliTrentacinque bare uguali allineate, due più piccole, di bambini, e un altare allestito nella palestra comunale di Monticelli ad Ascoli. Dentro fa molto caldo, ci sono parenti, amici, corone di fiori, sindaci e gonfaloni. Chi ha perso qualcuno resta seduto accanto alle bare, le persone si abbracciano, cercano di farsi aria con ventagli e mani, qualcuno si sente male e viene portato fuori. Per i funerali solenni delle vittime marchigiane del terremoto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva dopo aver visitato Amatrice e Accumoli. Tra i banchi ci sono anche il premier Matteo Renzi con la moglie Agnese Landini, il presidente del Senato Pietro Grasso, della Camera Laura Boldrini, e il vice presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Appena entrato nella palestra, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente cerca il sindaco di Arquata del Tronto Leandro Petrucci. Si guardano solo un attimo, poi si stringono, abbracciandosi a lungo.  Questo è il saluto che la nostra comunità dà alle 35 vittime qui ma anche alle altre. Il nostro pensiero va ad Accumoli e Amatrice, perché siamo un’unica e sola grande famiglia”, dice il vescovo di Ascoli Piceno monsignor Giovanni D’Ercole che celebra il rito funebre. “Non abbiate paura di gridare la vostra sofferenza, ma non perdete coraggio. Insieme ricostruiremo le nostre case e chiese, insieme ridaremo vita alle nostre comunità, a partire proprio dalle nostre tradizioni e dalle macerie della morte”. Poi ricorda Giorgia e Giulia le due sorelline: “Solo Giorgia è sopravvissuta. Morte e vita erano abbracciate”. Infine uno dopo l’altro, sono stati scanditi i nomi delle vittime. Accompagnato dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, Mattarella è arrivato ad Amatrice in elicottero, atterrando poco distante dal paese, alle 8:32. Poi si è incamminato a piedi tra le strade, con il sindaco Sergio Pirozzi accanto a mostrargli i resti di un paese che non c’è più. Insieme sono andati al centro operativo, ai soccorritori il capo dello Stato ha detto: “Grazie per ciò che fate”. È il nostro dovere presidente, hanno risposto. Poi le tendopoli, dove Mattarella ha incontrato i bambini, prima di tutti. E lì ha assicurato la ricostruzione subito. “Lo speriamo perché ce lo ricorderemo – raccontano le persone che da tre giorni vivono sotto i tendoni-, non vogliamo fare la fine dell’Aquila dove sono ancora al punto di partenza. Amatrice non sarà più come prima ma vogliamo ricominciare, dalle parole si passi ai fatti”. Mentre si incamminava per riprendere l’elicottero e andare ad Accumoli, nell’altra tendopoli, il presidente ha abbracciato una donna anziana, cercando di rincuorarla. Sotto le macerie dell’hotel Roma sono stati trovati i corpi di altre tre vittime di Amatrice, solo oggi sono state estratte senza vita sei persone. Il bilancio complessivo del terremoto che ha colpito Marche e Laziosale a 290 (230 nella sola cittadina laziale). Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco non si ferma: “Le ricerche non sono ancora terminate”. E neanche le scosse. Stamattina alle 4.50 la terra ha tremato ancora. Una scossa di grado 4,0 Richter, si è registrata nella zona fra Castelluccio di Norcia, nel perugino, e Montegallo, nell’ascolano. Ipocentro a profondità di 8 km. Lo ha reso noto l’Ingv. “Ci sono state 1.332 scosse dall’inizio dell’evento sismico”, conferma il vice capo della Protezione civile Angelo Borrelli.

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