Cina, terrificanti esplosioni devastano Tianjin, diversi i morti, centinaia di feriti

terribile esplosione in cinaTerrore, devastazione e vittime a Tianjin, città portuale del nord est della Cina, dopo una serie di deflagrazioni che hanno prodotto danni ingentissimi. Nelle esplosioni e nell’incendio, secondo quanto riferito dalle squadre dei soccorritori, sono morte almeno 44 persone mentre i feriti sono 520 di cui 66 gravi. Ma il conto delle vittime potrebbe salire ulteriormente. Anche nove vigili del fuoco avrebbero perso la vita nel tentativo di spegnere le fiamme. Le autorità hanno anche perso i contatti con 36 vigili del fuoco che si trovano sul luogo del disastro. Per adesso il lavoro di spegnimento delle fiamme è sospeso poiché non è chiaro quante “merci pericolose” siano presenti nell’area. La prima deflagrazione, avvertita anche a chilometri di distanza, è avvenuta su una nave carica di esplosivi, ancorata davanti ad un magazzino. La seconda c’è stata 30 secondi dopo, sembra in un deposito di prodotti chimici, nelle vicinanze della nave. Poi ci sono state altre deflagrazioni più piccole. Distrutte le porte e i vetri delle case che si trovano vicino al porto e al deposito di prodotti chimici; secondo i media cinesi, ci sarebbero decine e decine di persone intrappolate tra le fiamme. Per l’agenzia sismica cinese, le due esplosioni hanno avuto una forza pari rispettivamente a quella di 3 e 21 tonnellate di Tnt. Due enormi incendi sono visibili nel cielo di Tianjin. Una testimone canadese, terrorizzata, riteneva che ci fosse stato un terremoto. Nella città vivono circa 15 milioni di persone. Sul posto è accorso fin dalle prime ore del mattino di oggi, il ministro della Pubblica Sicurezza, Guo Shengkun, per coordinare le operazioni di soccorso. Le autorità sono preoccupate anche per l’innalzamento dell’inquinamento atmosferico nella zona del disastro: i materiali chimici esplosi potrebbero avere portato l’aria nella zona a livelli nocivi per la salute, anche se finora, le autorità locali non hanno alzato il livello di allerta. Il livello di inquinamento, questa mattina, era di 160 microgrammi di polveri sottili pm2.5 nell’area del porto, mentre il livello di pm10 nelle ultime 24 ore è salito da 129 microgrammi per metro cubo di aria a quota 206. Le esplosioni hanno portato alla decisione di spegnere per precauzione il super-computer cinese, il Tianhe-1A, uno dei più veloci al mondo: l’edificio nel quale è contenuto, il National Supercomputing Center, ha risentito delle esplosioni di ieri, anche se finora, il super-computer non avrebbe riportato danni. L’ agenzia Nuova Cina afferma che la compagnia proprietaria del magazzino nel quale si sono verificate le esplosioni più forti è la Tianjin Dongjiang Port Rui Hai International Logistic. La compagnia, fondata nel 2011, trasporta materiale chimico da e per il porto di Tianjin, uno dei più’ importanti della Cina, che tra l’altro serve la capitale, Pechino. I suoi introiti annuali sono di oltre 30 milioni di yuan (4,2 milioni di euro) all’ anno. La polizia ha arrestato il capo dell’azienda in questione. Negli ultimi mesi almeno altri due incidenti gravi si sono verificati nell’apparato industriale cinese, dovuti alla carenza di misure di sicurezza e alla corruzione che spinge le autorità locali a chiudere un occhio e omettere i controlli. A luglio, 15 persone erano rimaste uccise nell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio nella provincia di Hebei e altre 71 avevano perso la vita ad agosto a Kunshan, vicino Shanghai, in una deflagrazione avvenuta in una fabbrica di pezzi di ricambio per automobili. Il presidente cinese, Xi Jinping, ha sollecitato le autorità a fare il massimo sforzo affinché vengano soccorsi i feriti dell’incidente avvenuto a Tianjin e si provveda a spegnere le fiamme degli incendi seguiti alle deflagrazioni. Xi Jinping ha aggiunto che le indagini sulle cause del disastro saranno “trasparenti” e che “nessuna informazione” sarà nascosta al pubblico. Alcuni utenti di Internet cinesi però si sono lamentati che i loro messaggi sui “social forum” con informazioni e commenti sull’esplosione che ieri ha provocato la morte di almeno 17 persone a Tianjin, la metropoli portuale a cento chilometri da Pechino, sono stati cancellati dalla censura. Gli interventi censori si sono verificati nonostante la promessa di un’inchiesta “trasparente” da parte del presidente Xi Jinping. L’accesso di giornalisti e pubblico al luogo dell’incidente – un deposito di materiale chimico – è bloccato da un ingente schieramento di polizia.

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