Al via le nuove norme sul tabacco, dal 2 febbraio multe salate anche per chi getta il mozzicone a terra

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Al via le nuove norme sul tabaccoÈ il via libera alla sigaretta senza fumo. Non l’elettronica, che già ha conquistato il mercato. Si tratta di un dispositivo diverso al cui interno si inserisce una cartuccia di tabacco lavorato. Scaldandosi, il contenuto evapora e per chi lo aspira, non essendoci combustione, dovrebbero diminuire i danni per la salute. Prodotti denominati «di nuova generazione» compaiono nel decreto pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale che recepisce l’ultima direttiva europea sul fumo (2014). Tra le norme di maggiore impatto, immagini e scritte spaventose sui pacchetti (spariscono quelli da 10), divieto di consumo di tabacco in automobile, in presenza di donne in gravidanza e bambini, i più esposti ai danni. Sulle ricariche per le elettroniche compariranno etichette dettagliate. All’articolo 20 del decreto sono indicate le procedure per la notifica delle sigarette a «rischio ridotto». Una scadenza molto attesa da Philip Morris che sta costruendo uno stabilimento a Bologna, il cui cantiere è stato inaugurato dal premier Renzi, 600 assunzioni previste, ed è interamente dedicato alla produzione su scala mondiale delle «senza fumo» (e cenere) vendute per ora solo in Giappone e a Milano. Adesso però, con la regolamentazione, cominciano le verifiche di centri di ricerca istituzionali che dovranno confermare se il rischio è ridotto davvero e in quali proporzioni. Le multinazionali stanno investendo in questo settore, considerate le sempre più rigide restrizioni e il progressivo, seppur lento, calo dei clienti.
Il decreto mutuato dall’Europa (entrata in vigore il 2 febbraio) è stato italianizzato con alcune norme per la maggiore tutela dei minori. Viene allargata la rosa dei luoghi all’aperto dove l’accensione di una sigaretta sarà un atto punibile: «Pertinenze esterne delle strutture universitarie ospedaliere, presidi ospedalieri e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pediatrici, fuori dei reparti di ginecologia e ostetricia, neonatologia e pediatria di università e ospedali». Una delle novità più discusse riguarda le immagini sui pacchetti che già altri Paesi hanno introdotto. Macabre foto di persone malate e avvertimenti tipo «contiene oltre 70 sostanze cancerogene». Stretta sui prodotti arrotolabili al mentolo o alla vaniglia. Limiti alla vendita del tabacco sfuso, non più di 30 grammi. Le norme verranno applicate progressivamente per consentire alle aziende di adeguarsi.

Le multe per chi getta mozziconi in terra

Da 30 a 300 euro: tanto può costare, dal prossimo 2 febbraio, gettare un mozzicone di sigaretta per terra o nelle acque e negli scarichi. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del disegno di legge sulla Green economy, comincia il conto alla rovescia verso un rischio sanzione che riguarda i fumatori meno ambientalisti. Quelli cioè che non cercano un raccoglitore per strada, o mettono il mozzicone in tasca o in un posacenere portatile ma che incuranti dell’inquinamento e disinteressati al decoro urbano si disfano della cicca gettandola appunto per terra, in un tombino, o in uno scarico d’acqua. Parte sempre da 30 euro ma arriva a un massimo di 150, la sanzione amministrativa per chi butta a terra, nelle acque, nei tombini o negli scarichi, scontrini, fazzoletti di carta o gomme da masticare. La legge del 28 dicembre 2015 n.221 cerca di andare incontro ai fumatori e stabilisce che i “comuni provvedono a installare nelle strade, nei parchi e nei luoghi di alta aggregazione sociale appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo. E comunque “sensibilizzare i consumatori sulle conseguenze nocive per l’ambiente derivanti dall’abbandono dei mozziconi dei prodotti da fumo, i produttori, in collaborazione con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, attuano campagne di informazione”. Il 50% delle somme derivanti dalle sanzioni, dice la legge, “e’ versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnato ad un apposito Fondo istituito presso lo stato di previsione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e destinato” sia all’installazione dei raccoglitori sia alla pubblicità informativa. Il restante 50% è destinato per le stesse ragioni ai comuni in cui sono state accertate le relative violazioni nonché alla pulizia del sistema fognario urbano.

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