Al ballottaggio Alemanno si arrende a Marino, il centrodestra perde tutti i capoluoghi

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Gianni Alemanno ha ammesso la sconfitta nel ballottaggio contro Ignazio Marino per il Campidoglio. L’ormai ex sindaco di Roma, in conferenza stampa, ha detto di aver telefonato al candidato del centrosinistra a cui ha fatto i complimenti e ha assicurato «massima lealtà istituzionale».  Il risultato «è netto ma c’è stata una bassa affluenza», ha sottolineato Alemanno, chiedendo d aprire una riflessione «sul segno di disaffezione dei romani alla politica» e anche sul futuro del centrodestra. «Ci impegneremo a rigenerare le ragioni della nostra appartenenza, faremo un’opposizione seria e non distruttiva avendo davanti a noi come unico interesse quello di Roma colpita dalla crisi economica», ha aggiunto. «Accettiamo la sconfitta. La città ha bisogno di noi» L’ex sindaco ha voluto prendersi «tutte le colpe», dicendo «guai allo scaricabarile», ma ha detto che il centrodestra deve «ripartire da una roccia solida». Alemanno ha ringraziato il Pdl e ha spiegato di non avere recriminazioni nei confronti di Silvio Berlusconi «che c’è stato con i suoi mezzi come le videointerviste. Ringrazio anche Francesco Storace e Fdi».

Intanto come al primo turno, in questa tornata di elezioni amministrative, per il centrodestra si delinea un sconfitta netta, senza appello. Parlano le cifre: undici su undici. Il centrosinistra fa en plein di capoluoghi (che diventano sedici su sedici se si aggiungono quelli vinti al primo turno). Roboante la vittoria di Ignazio Marino a Roma (Gianni Alemanno staccato di oltre 25 punti). Poi c’è la pesante sconfitta di Brescia, storicamente di sinistra, ma che all’ultimo giro vide la vittoria gli azzurri. Oggi però Emilio Del Bono torna a imporsi su Adriano Paroli. Brescia torna rossa. Cambio storico anche a Viterbo, la città dei Papi, dove Leonardo Michelini stacca lo sfidante del centrodestra, Giulio Marini. Imbarazzante per le proporzioni il ko di Imperia, dove il voto era stato definito una sorta di referndum su Scajola: Carlo Capacci prende il 76%, il distacco con Erminio Annoni, legale di “Sciaboletta”, è siderale. Al centrosinistra anche Lodi, Ancona, Avellino, Barletta (dove si impone l’ex portavoce di Giorgio Napolitano,Pasquale Cascella), Viterbo, e Iglesias. Infine pesante ed emblematica sconfitta anche a Treviso, dove l’ex sindaco-sceriffo Giancarlo Gentilini insegue di 10 punti lo sfidante di centrosinistra. Unica nota – quasi- positiva per il centrodestra è un’altra sconfitta, quella di Siena. Vince il candidato del centrosinistra, Bruno Valentini, ma di soli 5 punti (un risultato che nella rossissima Siena, dove ha pesato lo scandalo Mps, non si era praticamente mai visto). A urne chiuse, Fabrizio Cicchitto riconosce la sconfitta e riflette sul ruolo di Berlusconi: “L’astensionismo è di per sè espressione di un dato negativo, colpisce tutti, ha messo fuori gioco al primo turno in primo luogo il movimento a cinque stelle, ma poi adesso ha colpito ovunque nei ballottaggi il centrodestra. Da qui – aggiunge – deve partire una riflessione seria. Infatti esistono per quello che ci riguarda due situazioni di segno del tutto diverso”. L’esponente Pdl sottolinea infatti che “a livello politico nazionale il Pdl continua ad essere trainato da Berlusconi, e ciò si vede nei sondaggi” ma “questo traino viene meno a livello locale perchè siamo in ritardo sull’esigenza di costruire un partito democratico, radicato sul territorio, che sceglie i suoi dirigenti locali con i congressi votati dai tesserati e i candidati sindaci e consiglieri comunali con le primarie”. Quindi, dello stesso tenore, il commento di Sandro Bondi: “I risultati elettorali del secondo turno confermano che, quando vince, il Pdl vince grazie al carisma e alle qualità politiche del presidente Silvio Berlusconi. In secondo luogo dimostrano che senza un confronto all’interno del Pdl, fondato sulle idee, da parte di persone capaci di testimoniarle credibilmente, con onestà e un’autorevolezza non riflessa, il nostro movimento – è l’allarme del coordinatore Pdl – non sarà mai in grado di produrre candidati vincenti perchè dotati di una forza propria”.

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