Airbus Germanwings: gli ultimi istanti di una tragedia provocata da Andreas Lubitz, un pilota che non doveva volare

Resti fusoliera AIrbus GermanwingsIl comandante Patrick Sonderheimer e il suo braccio destro cominciano con l’avere una conversazione normale, con battute distese, informali, in un’atmosfera apparentemente “serena”. Sonderheimer comincia a “preparare il briefing in vista dell’atterraggio a Dusseldorf poi il comandante chiede al copilota di prendere il comando”. Probabilmente per andare in bagno. Le risposte di Lubitz “sembrano laconiche, segue il rumore del sedile che indietreggia, la porta si richiude. Possiamo presumere che il comandante sia uscito per un’impellenza personale”. E’ l’inizio di un’inesorabile discesa verso la morte. Lubitz si ritrova solo in cabina. Lontano dallo sguardo del suo superiore preme il pulsante del flight monitoring system, il selezionatore di altitudine che fa scattare la discesa dell’apparecchio. “Un’azione che può essere soltanto volontaria”, puntualizza il procuratore di Marsiglia, ricordando che l’azione avviene quando il velivolo è ancora ben lontano dalla fase prevista per l’atterraggio, a breve distanza dalla parete di rocce delle Alpi. Sonderheimer torna verso la cabina di pilotaggio, la porta è chiusa, bussa ma non riceve risposta. Come rivelato dal “Nyt”, si appella al copilota in modo sempre più insistente, cerca di sfondare la porta. Dalla cabina non giunge risposta. Lubitz è barricato dentro, muto. Scartata l’ipotesi del malore. Dai nastri lo si sente “respirare in modo normale”, assicura il procuratore, insistendo su quel respiro che si sentirà fino alla fine, con “le urla dei passeggeri” a pochi istanti dallo schianto e “la morte istantanea, immediata” contro la montagna. Nuove sconvolgenti verità vengono a galla scavando nella vita del pilota che guidava l’Airbus caduto. Lubitz quel giorno non poteva pilotare. Lo dimostrano alcuni certificati medici ritrovati dagli investigatori nelle case di Andreas Lubitz a Dusseldorf e a Montabaur. Il copilota della Germanwings, accusato di aver fatto schiantare di proposito l’aereo con 150 persone a bordoquel giorno era malato ma non aveva detto nulla alla compagnia. Gli inquirenti della Procura di Dusseldorf hanno trovato indizi di una malattia psichica di Andreas Lubitz, nella perquisizione della sua casa avvenuta nella notte. Lo riporta Spiegel online, riferendo indiscrezioni sulle indagini in corso sul caso del copilota che avrebbe intenzionalmente fatto precipitare l’aereo. Il pilota avrebbe avuto diversi episodi di depressione, e pare che fosse ancora sottoposto a cure psichiche. La polizia ha perquisito le due case di Lubitz e ha trovato “materiali e carte di un certo interesse”, quindi degli indizi, “ma non la prova decisiva”. Gli inquirenti hanno perquisito tanto la casa dei genitori a Montabaur, un’elegante cittadina a nord di Francoforte, che il suo appartamento all’ultimo piano di una palazzina residenziale di Dusseldorf, portando via un computer, un portatile ed altri documenti. Le novità più significative sinora  le rivelano i giornali. Lubitz si era appena lasciato con la compagna che avrebbe dovuto sposare il prossimo anno. Secondo Spiegel, che cita “fonti della Lufthansa”, la ragione per cui il 28enne interruppe la sua formazione aeronautica, nel 2009, fu una grave depressione, che gli diagnosticarono all’epoca e per la quale riceveva ancora assistenza terapeutica. Per la precisione: “Aveva continuato a ricevere sostegno psicologico sino allo schianto di questa settimana”. Secondo il quotidiano tedesco Bild, circa sei anni fa durante i corsi per la sua formazione da pilota, Lubitz aveva sofferto di una grave forma di depressione. L’inchiesta giornalistica ha sottolineato che queste informazioni sono state trasmesse da Lufthansa all’autorità tedesca per la supervisione del trasporto aereo (Luftfahrtbundesamt, Lba). Ad un certo punto Lubitz aveva interrotto l’apprendistato da pilota, completato in un secondo momento: la carriera da co-pilota aveva preso avvio nel 2013, superando con successo tutti i test, anche quello psicologico, al momento dell’assunzione. La procura tedesca, nel corso delle perquisizioni, ha trovato un certificato medico che descrive “un’infermità e il suo trattamento”. Si tratta di malattie recenti e anche del giorno della tragedia. Non sarebbero stati trovati messaggi di suicidio ma Andreas Lubitz era in crisi con la fidanzata: una storia che lo aveva segnato profondamente e che potrebbe essere alla base del suo folle gesto. Nel frattempo, in Francia, sul luogo dello schianto, si è svolta una tragedia nella tragedia. I familiari dei passeggeri dell’Airbus precipitato hanno incontrato, a Le Vernet, i genitori di Lubitz.  Lo rivela Joel Balique, moglie del primo cittadino del paese, che svela di non aver visto “rabbia nei loro confronti ma solo comprensione”. E  Lufthansa ha messo a disposizione dei parenti delle vittime dell’Airbus schiantatosi in Francia fino a 50mila euro a passeggero come “prima risorsa finanziaria per superare questi mesi di difficoltà”. Lo ha reso noto un portavoce della compagnia. Secondo gli esperti, la Lufthansa, proprietaria della Germanwings, dovrà rispondere in solido per ogni vittima per una cifra compresa tra diverse decine e centinaia di migliaia di euro. Intanto Alitalia, Air Canada, EasyJet e Norvegian sono le prime ad aver accolto la nuova direttiva che accoglie la regola del “Mai più un solo pilota all’interno della cabina di pilotaggio“. E’ ipotizzabile che seguiranno a ruota anche altre compagnie. Proseguono le ricerche sul luogo del disastro, dove non ci sarebbe nemmeno un corpo intatto.

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