La Biblioteca di Alessandria, una delle istituzioni più emblematiche del mondo antico, rappresentava una fonte di conoscenza universale e un faro di illuminazione per scienziati, filosofi e studiosi dell’epoca. Fondata sotto il regno di Tolomeo II Filadelfo (283-246 a.C.) ad Alessandria d’Egitto, la biblioteca non solo raccolse testi da tutte le culture del Mediterraneo, ma divenne anche un simbolo di ambizione intellettuale. La sua tragica distruzione ha suscitato interrogativi e ipotesi per secoli, eppure il destino di questo straordinario centro di sapere rimane avvolto nel mistero.
La Storia della Biblioteca di Alessandria
La Biblioteca di Alessandria fu creata come parte di un più ampio progetto culturale, volto a fare di Alessandria d’Egitto il cuore pulsante della cultura ellenistica. Il sovrano Tolomeo II Filadelfo, impegnato a raccogliere conoscenza da tutto il mondo, concepì la biblioteca come un luogo in cui raccogliere i testi più preziosi provenienti dall’intero mondo conosciuto. L’obiettivo era ambizioso: conservare e trasmettere la sapienza accumulata dalle civiltà preesistenti.
All’inizio, la biblioteca fu una delle principali attrazioni del Museo di Alessandria, un vasto complesso che includeva anche un osservatorio astronomico e una scuola di medicina. La biblioteca ospitava tra i suoi corridoi migliaia di rotoli di papiro, trattati scientifici, filosofici e storici, opere di letteratura greca, egizia, babilonese e persiana, e la sua collezione cresceva in modo esponenziale. Molti dei più illustri pensatori dell’epoca vi lavorarono, tra cui Eratostene, il geografo che calcolò la circonferenza della Terra, e Euclide, il padre della geometria.
Gli studiosi che lavoravano alla biblioteca non erano solo archivisti; essi erano anche ricercatori e scienziati. La biblioteca non solo raccoglieva libri, ma serviva come centro di studi per la filosofia, la matematica, l’astronomia e le scienze naturali. Secondo fonti storiche, ogni nuovo libro veniva acquisito dallo stato e copiato per preservare la sua conoscenza. La biblioteca rappresentava dunque la punta di diamante della cultura ellenistica e uno dei primi tentativi di archiviare l’intero sapere umano in un unico luogo.
Le Cause della Perdita della Biblioteca di Alessandria
La distruzione della Biblioteca di Alessandria è uno degli eventi più tragici della storia della conoscenza. La causa della sua perdita è ancora oggetto di dibattito tra storici, e diverse teorie sono state avanzate nel corso dei secoli. Tuttavia, è importante sottolineare che molte di queste teorie sono alimentate da speculazioni, e non c’è un consenso unanime su quale evento sia stato decisivo nella sua distruzione.
1. L’Incendio Durante l’Assedio di Alessandria da Parte di Giulio Cesare (48 a.C.)
Una delle teorie più popolari riguarda l’incendio provocato durante l’assedio di Alessandria da parte di Giulio Cesare nel 48 a.C. Durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo, le forze di Cesare si scontrarono con quelle di Pompeo a Alessandria. Secondo alcune fonti antiche, come Plutarco, l’incendio che ne seguì avrebbe distrutto una parte del porto, e si suppone che l’incendio si sia propagato fino a danneggiare la biblioteca. Tuttavia, non esistono prove concrete che confermino che la biblioteca sia stata distrutta in questo episodio. Secondo lo storico Callimaco, la biblioteca di Alessandria era ancora intatta nel I secolo d.C., il che suggerisce che la sua distruzione non fu totale in quel momento.
2. L’Editto di Teodosio e la Distruzione dei Templi Pagani (391 d.C.)
Un’altra teoria riguarda l’editto di Teodosio I nel 391 d.C., che ordinò la chiusura dei templi pagani e il divieto delle pratiche religiose non cristiane. Questo atto di persecuzione religiosa, combinato con l’ascesa del cristianesimo come religione di stato nell’Impero Romano, avrebbe comportato il danneggiamento della biblioteca. Alcuni storici ritengono che il cristianesimo, che considerava la cultura pagana come contraria ai suoi principi, abbia avuto un ruolo nel provocare la distruzione della biblioteca. Tuttavia, questa teoria è controversa, poiché non ci sono documentazioni precise che attestano che la biblioteca fu distrutta in quel periodo.
3. La Distruzione Durante le Guerre Arabe (VII Secolo d.C.)
La teoria più recente sostiene che la biblioteca sia stata distrutta durante l’invasione araba dell’Egitto nel VII secolo d.C. Quando gli eserciti musulmani conquistarono Alessandria, alcuni sostengono che la biblioteca sia stata definitivamente distrutta. Tuttavia, non ci sono fonti storiche arabe che confermino tale affermazione. Alcuni storici, come in The History of the Library in Western Civilization di Anthony Grafton, suggeriscono che la biblioteca fosse già decaduta molto prima dell’invasione araba, con una graduale dispersione dei suoi manoscritti in seguito alla crescente instabilità politica.
4. La Graduale Decadenza e Dispersione dei Manoscritti
Alcuni storici moderni, come Roger Bagnall nel suo libro The Library of Alexandria: And the Invention of the Written Word (2002), sostengono che la Biblioteca di Alessandria non sia stata distrutta da un singolo evento, ma che abbia subito un lento processo di declino dovuto a vari fattori, tra cui la mancanza di finanziamenti, il trasferimento di opere a Roma e altre città, e la perdita di autorità politica. La biblioteca potrebbe essere stata smantellata progressivamente, con i suoi testi sparsi in tutto il mondo mediterraneo.
L’Eredità e l’Influenza della Biblioteca di Alessandria
Nonostante la sua tragica fine, l’eredità della Biblioteca di Alessandria è ancora viva. La sua influenza sulla scienza, la filosofia e la letteratura è stata fondamentale, e la memoria della sua grandezza ha ispirato generazioni di studiosi. Molti dei più grandi pensatori dell’antichità, come Eratostene, Euclide e Archimede, sono legati alla biblioteca, e le loro opere sopravvivono grazie alla loro trasmissione in altre biblioteche e attraverso traduzioni.
La biblioteca rappresenta anche un simbolo della fragilità della conoscenza umana e della sua vulnerabilità alle forze politiche e religiose che, a volte, cercano di sopprimerla. La sua memoria, tuttavia, rimane un monito per l’importanza di preservare il patrimonio culturale e di promuovere l’accesso alla conoscenza, un valore che continua ad essere attuale ancora oggi.
Fonti:
Callimaco e la Biblioteca di Alessandria
Grafton, Anthony. The History of the Library in Western Civilization.
MacLeod, Roy. The Library of Alexandria: Centre of Learning in the Ancient World. London: British Museum Press, 2004.
Potete ascoltare il podcast che parla dell’articolo QUI
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