Il Codice di Rohonc è un manoscritto di origine sconosciuta, avvolto nel mistero per la sua lingua, le illustrazioni e il contesto storico. Ritrovato nella biblioteca della famiglia Batthyány nel XVIII secolo, il manoscritto prende il nome dalla città ungherese di Rohonc (oggi Rechnitz, in Austria). Esso contiene 448 pagine scritte con circa 792 simboli distinti, un numero che supera di gran lunga i sistemi alfabetici tradizionali, suggerendo una scrittura complessa o un codice cifrato.

Il materiale utilizzato per il manoscritto è stato analizzato, indicando che la carta proviene da Venezia e risale al XVI secolo. Tuttavia, non vi è certezza sull’effettiva datazione del testo. Alcuni studiosi ipotizzano che possa essere stato copiato da un’opera più antica, mentre altri considerano che il testo originale e la carta siano coevi. Le illustrazioni, che includono simboli cristiani, islamici e possibili riferimenti a culti pagani, amplificano il mistero, suggerendo un contesto culturale sincretico o un autore con conoscenze multireligiose e multiculturali

Origini e caratteristiche

Il Codice è stato trovato tra le collezioni della famiglia Batthyány nel 1743 e da allora ha suscitato interesse e dibattiti. L’analisi del materiale suggerisce che il manoscritto potrebbe essere stato scritto su carta prodotta a Venezia tra il 1529 e il 1540. Tuttavia, l’effettiva datazione del testo è incerta, poiché potrebbe essere stato copiato da fonti più antiche​

Il sistema di scrittura appare estremamente complesso, e si pensa che il testo vada letto da destra a sinistra, ma non c’è accordo sulla direzione precisa o sulla lingua utilizzata. Le illustrazioni, che includono simboli cristiani, islamici e indiani, hanno portato alcuni studiosi a ipotizzare che il manoscritto rappresenti una cultura sincretica o un’interpretazione personale di eventi religiosi e storici​

Ipotesi sulle origini

Le origini del manoscritto hanno generato numerose teorie, che variano tra il plausibile e il controverso:

  1. Un falso ottocentesco: Alcuni studiosi credono che il Codice sia un elaborato falso creato da Samuel Literati Nemes, un noto falsario ungherese. Questa teoria si basa sull’apparente mancanza di un contesto storico coerente e sulla complessità artificiosa del sistema di scrittura, che potrebbe essere stato concepito per ingannare e confondere. Inoltre, la famiglia Batthyány, proprietaria originale, era nota per custodire documenti autentici accanto a opere dubbie. Altri ricercatori ritengono che il Codice rappresenti una cronaca storica o un’opera religiosa. La filologa rumena Viorica Enăchiuc, ad esempio, ha proposto che il manoscritto sia stato scritto in un dialetto latino volgare della Dacia medievale e che narri la storia dei Vlachi (popolo della Dacia) in lotta contro Ungheresi e Peceneghi. Tuttavia, questa teoria è stata criticata per la mancanza di correlazione tra il testo e le illustrazioni .
  2. Liciale o codice esoterico: Alcuni crittografi suggeriscono che il Codice sia scritto in una lingua artificiale o in un codice esoterico, creato per uno scopo specifico come la pratica religiosa segreta o l’autoespressione. Questa ipotesi trova supporto nella natura unica e non riconducibile del sistema di scrittura, che non sembra corrispondere a nessuna lingua conosciuta .

Tentativi di decifrazione

Molti studiosi hanno cercato di decifrare il Codice, ma senza risultati conclusivi:

  • Gábor Tokai e Levente Zoltán Király hanno ipotizzato che si tratti di un codice crittografico che non rispecchia la struttura interna delle parole. Ritengono che il manoscritto contenga parafrasi di testi biblici e che sia un normale libro di preghiere cattolico​
  • Viorica Enăchiuc, filologa rumena, ha proposto che il testo fosse scritto in un dialetto latino volgare della Dacia, ma il suo lavoro è stato criticato per l’incoerenza delle traslitterazioni ​
  • Mahesh Kumar Singh ha tentato di leggere il manoscritto come un testo in un’antica variante della scrittura Brahmi, traducendolo in hindi e poi in ungherese, ma anche questo metodo non è stato accettato dalla comunità scientifica​

Conclusioni

Il Codice di Rohonc rimane un enigma aperto, un affascinante mistero che riflette sia la complessità del linguaggio umano sia il nostro desiderio di decifrare il passato. Sebbene alcune teorie lo considerino un falso, la mancanza di prove definitive mantiene viva la speranza di una futura decodifica. È un’opera che continua a ispirare curiosità e dibattiti tra studiosi e appassionati.

Fonti

dbpedia

amusingplanet

Haimirem.it

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