Due italiani, Renzo B. e Marco P. sono morti sabato in Nepal, travolti da una frana staccatasi dalla montagna mentre erano a 3.500 metri di quota in un trekking nella Rolwaling Valley. Lo hanno riferito all’ANSA due loro compagni di spedizione che si trovano a Kathmandu. I corpi sono stati recuperati. In un ospedale della capitale vi sono altri due membri della spedizione: Iolanda M., ferita, e Attilio D., illeso. In mattinata ha chiamato a casa Fiorella Fracassetti , la 39enne di Bergamo che risultava dispersa. Mentre non si hanno più notizie di un 24enne veronese, Giovanni Cipolla, risulta disperso in Nepal. Come riferisce L’Arena, l’ultimo contatto dei familiari con il giovane scalatore risale a poche poche ore prima del terremoto. Il 24enne sarebbe stato proprio a Kathmandu, la capitale del Nepal. Purtroppo risultano ancora dispersi i quattro speleologi italiani del Soccorso alplino che si trovavano a Langtang, uno dei villaggi distrutti dal sisma in Nepal. I contatti con Giuseppe ‘Pino’ Antonini, 53 anni, di Ancona, Gigliola Mancinelli, 51 anni, anche lei di Ancona, medico anestesista, Oskar Piazza, del Soccorso alpino del Trentino Alto Adige, e Giovanni ‘Nanni’ Pizzorni, 52 anni, genovese, esperto torrentista, si sono interrotti da sabato. La speranza è che abbiano difficoltà a ricaricare i telefoni satellitari che hanno in dotazione. Il Soccorso alpino delle Marche, intanto, sta cercando di attivare i contatti in zona con guide nepalesi. “Il Nepal – dice Paolo Panini – è per molti di noi una seconda casa, in quel Paese organizziamo molte spedizioni e abbiamo una serie di contatti”. Ma per il momento sembra che nessuno sia in grado di dare informazioni sui quattro tecnici. Continua a crescere il tragico bilancio del terremoto che ha colpito il Nepal: più di 3.700 i morti. Lo ha riferito il portavoce della polizia Kamal Singh Bam, citato dalla Cnn, dalla Bbc e da altri media. In alcuni villaggi, il 70% delle abitazioni è stato completamente distrutto dal sisma. I feriti sono più di 6.500 feriti. Per far fronte alla devastazione causata dal peggior sisma degli ultimi 80 anni, a Kathmandu stanno arrivando da tutto il mondo aiuti e squadre di soccorso, munite di cani addestrati e attrezzature speciali per collaborare alle ricerche. Altre 90 persone sono morte nei paesi vicini, tra cui 20 in Cina e almeno 67 in India. Il sisma di magnitudo 7.9 di sabato è stato seguito da numerose scosse di assestamento. Una scossa di magnitudo 4,2 gradi sulla scala aperta Richter, con epicentro a 42 chilometri ad ovest di Kathmandu, è stata l’ultima replica sismica registrata oggi alle 6:24 locali (le 2:39 italiane) in Nepal dal Centro sismologico mediterraneo europeo (Emsc). Lo stesso Emsc precisa che dopo la prima scossa di magnitudo 7,9 Richter di sabato, sono state 45 le repliche superiori a 4,5 gradi e 15 quelle sopra 6,5 gradi. Dovrebbe arrivare fra circa un’ora a Katmandu il team dell’unità di crisi della Farnesina partito ieri per monitorare la situazione sul terreno a seguito del terremoto e per assicurare assistenza ai connazionali che si trovano attualmente in Nepal. È quanto si apprende dalla Farnesina. La squadra collaborerà con un advanced team della protezione civile. Ieri il ministero degli Esteri aveva fatto sapere di avere rintracciato 300 italiani incolumi, precisando che le segnalazioni continuano ad arrivare e il lavoro dell’unità di crisi prosegue “senza soluzione di continuità”. “Abbiamo visto la morte in faccia”: lo ha detto l’alpinista Mario Vielmo, uno dei cinque italiani che hanno raggiunto il laboratorio Piramide dell’associazione Ev-K2-Cnr, che si trova a 5.050 metri di quota sul versante nepalese dell’Everest. La testimonianza è stata raccolta con una registrazione audio della stessa associazione. Con Vielmo, di Lonigo (Vicenza) si trovano nel laboratorio Piramide altri quattro alpinisti italiani: Claudio Tessarolo e Annalisa Fioretti, entrambi di Vicenza, Sebastiano Valentini di Canazei (Trento) e Marco Sala, di Borca di Cadore (Belluno). “Stiamo tutti bene, per nostra fortuna – ha detto Vielmo – ci è andata veramente bene, siamo stati graziati. Lo posso dire perché abbiamo visto la morte in faccia”. Sono almeno 940.000 i bambini che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria dopo il terremoto in Nepal. E’ quanto ha riferito l’Unicef, il cui personale presente nel Paese ha registrato il progressivo esaurimento di forniture di acqua e alimenti, interruzioni di corrente e il blocco della rete mobile. “Questa crisi lascia i bambini particolarmente vulnerabili: l`accesso limitato all’acqua potabile e ai servizi igienici mette i bambini a grave rischio di malattie trasmesse dall’acqua, mentre alcuni bambini sono rimasti separati dalle loro famiglie”, si legge in un comunicato. L’agenzia dell’Onu ha mobilitato lo staff e sta utilizzando le scorte di emergenza per rispondere alle necessità umanitarie urgenti dei bambini, concentrandosi su acqua e igiene, nutrizione, istruzione e protezione dell’infanzia. Inoltre, conclude la nota, l’Unicef sta per inviare due voli cargo con un totale di 120 tonnellate di aiuti umanitari, tra cui forniture mediche e ospedaliere, tende e coperte per il trasporto aereo urgente a Kathmandu. “Il bilancio delle vittime continua a salire costantemente. Siamo a oltre tremila morti ma le stime, considerando i distretti colpiti, potrebbero toccare seimila persone. Si calcola vi siano già 5.000 feriti e migliaia sono sfollati e senzatetto”: lo dice p. Pius Perumana, direttore della Caritas del Nepal a Fides.