Sparatoria nel tribunale di Milano, imputato estrae una pistola e uccide 4 persone

sparatoria tribunale milanoE’ successo questa mattina verso le 11. Nel palazzo di giustizia di Milano un imputato ha estratto una pistola e ha ucciso 4 persone. Tra le vittime il giudice Fernando Ciampi e l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani. L’attentatore in questione si chiama Claudio Giardiello, 57 anni, immobiliarista, originario di Benevento, e residente e Brugherio, nell’hinterland milanese, ed era imputato per bancarotta fraudolenta. E’ stato arrestato dai Carabinieri dopo essersi dato alla fuga con una moto, è stato catturato a Vimercate, con un tweet il ministro Alfano informa che il killer in questo momento è in caserma. L’avvocato Giancarlo Longo, testimone del fatto, ha raccontato che il giudice è stato ucciso nella sua stanza al secondo piano del Palazzo di Giustizia. “Ero al terzo piano nel corridoio dove si affaccia l’aula, ho sentito cinque spari, c’è stato un fuggi fuggi generale. Sono sceso al secondo piano, dove c’è la stanza del giudice, e l’ho visto morto”. Secondo quanto comunicato dal 118, il corpo della terza vittima non presenta segni di ferite di arma da fuoco ed è stato trovato sulle scale. L’ipotesi, che al momento non è possibile accertare con sicurezza è che possa avere avuto un infarto per la concitazione dovuta alla sparatoria. Anche due teste sono rimasti feriti, si tratta di Giorgio Erba e Davide Limongelli. Giorgio Erba ricoverato al policlinico di Milano non ce l’ha fatta, era arrivato all’ospedale in condizione disperate, sottoposto anche ad un intervento churgico purtroppo è deceduto. Il nipote Davide Limongelli è ricoverato in gravi condizioni. «Ho sentito degli spari e ho visto un uomo con una gamba insanguinata, ho avuto paura e sono scappato»: lo ha raccontato un testimone, che si trovava nel palazzo di giustizia di Milano quando è avvenuta la sparatoria. Diverse persone hanno sentito il rumore degli spari e sono fuggite dai corridoi e si sono dirette verso l’uscite dell’edificio. Fuori dal Palazzo di giustizia si sono radunate centinaia di persone, tra dipendenti e persone impegnate in processi. “Appena ho sentito gli spari, ha detto una impiegata 40enne, e ho visto la gente fuggire mi sono chiusa all’interno della Cancelleria. Ho avuto tanta paura e ho cercato di lasciare al più presto il palazzo”. “Non so nulla ma certo dovrebbe essere impossibile entrare in un Tribunale e sparare. Ho saputo dell’uccisione di un collega, una cosa che mi sconvolge”, ha commentato il presidente dell’autorità Anticorruzione Raffaele Cantone. L’ex magistrato Gherardo Colombo, che ha trascorso l’intera sua carriera a Palazzo di Giustizia di Milano, si è detto “frastornato e sconvolto”. “Non dico che vi sia una correlazione diretta, ma vi è un clima contro la magistratura che certamente non contribuisce”. La sezione fallimentare del tribunale di Milano è la più importante d’Italia. Il giudice Ciampi nel 2009 era stato chiamato a guidare la sezione ad interim. Ciampi aveva fama di intransigente. “Ho sentito degli spari e ho visto un uomo con una gamba insanguinata, ho avuto paura e sono scappato”: lo ha raccontato un testimone, che si trovava nel palazzo di giustizia di Milano quando è avvenuta la sparatoria. Diverse persone hanno sentito il rumore degli spari e sono fuggite dai corridoi e si sono dirette verso l’uscite dell’edificio. Il palazzo è stato evacuato. Uno dei feriti, colpito da due proiettili, alla coscia destra e al piede sinistro, è stato soccorso da un avvocato, Massimo Zappaterra. “Ho visto questa persona che sanguinava e l’ho soccorso. Aveva due ferite, una al piede sinistro, dove il proiettile era uscito, e una alla coscia destra. Sono stato con lui finché è arrivata l’ambulanza, mezz’ora dopo. Era sotto choc, uno dei creditori nel processo per bancarotta che si stava svolgendo. Credo sia stato colpito mentre scappava”. “È una persona che si presentava molto bene, dopo di che aveva tratti di aggressività inquietante, scatti d’ira, elementi paranoici, per cui abbiamo concluso il rapporto”. Lo ha dichiarato l’avvocato Valerio Maraniello che in passato ha difeso Claudio Giardiello. “Ho lavorato con lui fino a 2 o 3 anni fa. Insieme a Claris Appiani stavamo gestendo una transazione relativa alla sua società e i rapporti non erano chiari. Era paranoico, convinto sempre che qualcuno volesse fregarlo, invece di affidarsi a professionisti”. Dopo la sparatoria, come misura preventiva, tutti i magistrati milanesi presenti a Palazzo di Giustizia, sono stati invitati a rimanere chiusi nei loro uffici. Nel caos e nella confusione, non avendo più notizie dell’uomo che aveva sparato, è sembrato opportuno invitare tutti i togati presenti ad adottare almeno la precauzione di non girare nei corridoi della cittadella giudiziaria. Intanto monta la polemica sulla sicurezza, da più parti si chiede come sia stato possibile che il killer sia entrato nel Palazzo di Giustizia con una pistola.  Uno dei metal detector di Palazzo di Giustizia era rotto questa mattina. È quanto riferisce una persona che stamane si è recata in Tribunale per lavoro. Secondo questa persona si tratterebbe dell’ingresso laterale di via Carlo Freguglia. I quattro ingressi del Palazzo di giustizia di Milano, dove stamani è avvenuta la sparatoria, sono presidiati dal personale di una società di vigilanza privata. Per accedere è necessario svuotare le tasche dagli oggetti metallici e oltrepassare un metal-detector. All’interno del Palazzo di giustizia di Milano, oltre agli addetti alla sorveglianza, sono in servizio anche alcuni carabinieri che presidiano l’edificio nei vari piani. Sono quattro, quindi, gli accessi al tribunale riservati al pubblico: in Via Freguglia, in Via S.Barnaba, in Via Manara e in Corso di Porta Vittoria dove si trova l’accesso principale con la gigantografia dei giudici Falcone e Borsellino. Ad ogni accesso solitamente sono in servizio tre o quattro addetti alla sorveglianza, che si occupano dei controlli. Adesso ci si chiede che cosa non ha funzionato nella macchina della sicurezza. “Non ci sono mai arrivate segnalazioni su un deficit nelle strutture. Bisogna capire se ci sono state delle falle”, ha dichiarato il guardasigilli Andrea Orlando interpellato a margine di una seduta al Senato. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha sospeso il Comitato Nazionale ordine e sicurezza pubblica, che era in corso in prefettura a Milano in vista di Expo, dopo gli spari nel palazzo di Giustizia del capoluogo lombardo. Un fatto sconvolgente che ci hanno indotto a sospendere il comitato sicurezza in corso, ha spiegato il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, uscendo dagli uffici della Prefettura. È sconvolgente e inconcepibile che uno possa entrare in Tribunale con un’arma, che una persona qualunque riesca ad entrare con una pistola.  Daniela Santanchè, deputato di Fi, attacca: “L’Isis è alle porte e ci minaccia ogni giorno, tra pochi giorni avrà inizio l’Expo: il nostro Paese dovrebbe essere iper sicuro invece è ridotto a uno scolapasta. Ci spieghi Alfano come si fa ad entrare armati in un tribunale come è avvenuto oggi a Milano”. Il 5Stelle Alessandro Di Battista su Facebook: “Come diavolo è entrato?”

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