Uno striscione contro il disegno di legge di riforma della scuola del governo Renzi è stato esposto questa mattina, giorno di sciopero generale della scuola, sul balcone del Pincio, sovrastante piazza del Popolo a Roma. L’azione porta la firma dell’ Uds, (Unione degli studenti) che per l’occasione ha scelto lo slogan “La scuola e la democrazia sono #nellenostremani”, con relativo hashtag attraverso il quale sarà possibile seguire la diretta da tutte le piazze italiane che ospiteranno mobilitazioni. “Il Governo rifiuta l’ascolto. Alcuni giovani hanno esposto uno striscione davanti alla sede del ministero, in Viale Trastevere a Roma, con la scritta “Vogliamo una scuola buona davvero”, inscenando un flash mob le cui immagini sono state poi caricate su Youtube. È questo il primo passo della giornata di sciopero generale della scuola contro il Dll renziano: cortei nelle principali città italiane, comizi, flash mob e dibattiti per protestare contro i contenuti del disegno di legge 2994 in corso di approvazione al Parlamento. In piazza con i sindacati e gli studenti anche alcuni esponenti della minoranza Pd, come Stefano Fassina e Pippo Civati. Gli studenti chiedono il ritiro del ddl “poiché basato su principi di competizione, svendita della scuola pubblica e disuguaglianza”. Secondo i sindacati, sono centinaia le scuole chiuse in tutta Italia. In programma cortei in sette piazze: Aosta, Milano, Roma, Bari, Catania, Palermo, Cagliari. Scioperano i precari della scuola, ma anche i prof assunti, contro gli albi territoriali e la mobilità. Gli studenti scendono in piazza contro gli sgravi alle scuole paritarie decisi dal ddl, contro i finanziamenti privati alla scuola pubblica, per chiedere più soldi per l’edilizia scolastica, la riforma dei cicli, un ripensamento dell’autonomia. In piazza ci saranno anche parlamentari e leader delle principali sigle sindacali. “Se il Governo non ci ascolterà – conclude Lampis in una nota – continueremo a mobilitarci: boicotteremo i test Invalsi il 12 maggio e lotteremo congiuntamente agli insegnanti per bloccare gli scrutini”. Intanto, nelle piazze che si vanno riempiendo di gente, si fanno sentire le voci dei professori: quelle polemiche, come la professoressa che al rilievo della giornalista (“Ma la moglie di Renzi oggi non sciopera”) replica: “La signora Agnese (Renzi,ndr, che insegna in una scuola superiore di Firenze) non ha i nostri problemi: lei ha la certezza che alla fine del mese uno stipendio entrerà in casa”. Criticano anche la consultazione aperta che il governo dice di aver garantito per arrivare a una riforma condivisa: “Uno pseudo ascolto – replica un’altra insegnante -. Un flop, lo dicono i numeri”. E al premier suggerisce: Se vuol sapere che cos’è davvero l’ascolto, consiglio a Renzi di leggere il libro di un grande sindaco di Firenze: “L’attesa della povera gente” di Giorgio La Pira.