Tra le figure bibliche, poche hanno lasciato un’ombra tanto lunga quanto Sem, figlio di Noè. Nella narrazione antica è il capostipite di popoli che hanno plasmato il Vicino Oriente: Ebrei, Arabi, Assiri, Aramei e altri. Eppure, il ricordo di questa parentela simbolica si è affievolito, trasformandosi in frammenti dispersi tra testi sacri, studi linguistici e tradizioni orali.
Quella di Sem è una storia che porta con sé un mistero storico — come si è persa la consapevolezza di un’origine comune; un tesoro perduto — il patrimonio culturale condiviso tra popoli oggi spesso in conflitto; e un enigma irrisolto — perché, nonostante radici intrecciate, la storia ha prodotto divisioni profonde.
1. Il mistero storico di Sem
Secondo il libro della Genesi (cap. 10), dopo il Diluvio universale i tre figli di Noè avrebbero dato origine alle grandi famiglie dell’umanità. Sem, in particolare, sarebbe l’antenato di Elam, Assur, Arpacsad, Lud e Aram — nomi che riecheggiano antiche potenze e regioni mediorientali.
La Tavola delle Nazioni biblica non è solo un elenco genealogico: è una mappa mentale del mondo antico, in cui i rapporti di potere e prossimità culturale venivano spiegati attraverso legami di sangue. Eppure, a partire dal Medioevo, le genealogie di Sem sono state reinterpretate e talvolta manipolate per sostenere rivendicazioni religiose o politiche. Il mistero sta nel capire quale fosse la narrazione originaria e come sia stata rimodellata nei secoli.
2. Il tesoro perduto delle radici comuni
Oltre alle genealogie, Sem è anche il punto di partenza di una famiglia linguistica: le lingue semitiche, tra cui ebraico, arabo, aramaico, accadico e fenicio. Questi idiomi, pur evoluti in direzioni diverse, conservano strutture, radici e concetti condivisi — veri e propri fossili linguistici che testimoniano un passato intrecciato.
Il “tesoro” di Sem non è fatto di oro o gioielli, ma di patrimonio immateriale: storie della creazione, codici di legge, simboli artistici e religiosi che attraversano i confini. Un patrimonio che, se riconosciuto e studiato, potrebbe fungere da ponte culturale. Ma nella storia recente, questo tesoro è stato oscurato da divisioni ideologiche e conflitti, venendo relegato ai margini della memoria collettiva.
3. L’enigma irrisolto della fratellanza
Se le narrazioni antiche dipingono ebrei e arabi come discendenti dello stesso capostipite, perché la storia è segnata da tensioni, rivalità e guerre? L’enigma si fa ancora più profondo osservando che, nei momenti di massimo contatto culturale — come nella Spagna medievale, dove convivevano musulmani, ebrei e cristiani — le radici comuni favorivano scambi di sapere e fioriture artistiche.
La risposta non è univoca. In parte, le divisioni derivano da fratture politiche e territoriali; in parte, dall’uso strumentale di differenze religiose per consolidare identità contrapposte. L’enigma resta aperto: la fratellanza mitica di Sem è stata troppo fragile per resistere ai secoli di rivalità, o siamo noi, moderni, a non saperla più riconoscere?
4. Sem oggi: tra mito e memoria
Nel dibattito contemporaneo, Sem e la sua discendenza sono spesso evocati solo in chiave simbolica, come richiamo a radici condivise. Alcuni storici vedono in questa figura un’opportunità per rileggere la storia del Vicino Oriente non come una successione di conflitti inevitabili, ma come il risultato di scelte e narrazioni che avrebbero potuto essere diverse.
Il recupero della “memoria di Sem” potrebbe essere considerato un atto di archeologia culturale: riportare alla luce un’eredità che, sebbene non risolva le tensioni attuali, può aiutare a comprendere le profonde connessioni tra popoli apparentemente lontani.
📜 Approfondimento: Semiti, fonti antiche e tracce archeologiche
1. Origine del termine “Semita”
Il termine fu introdotto nel XVIII secolo da August Ludwig von Schlözer (1781) e diffuso da Johann Gottfried Eichhorn sulla base della genealogia biblica (Wikipedia – Semiti).
2. Prime fonti extrabibliche
La Stele di Mesha (IX sec. a.C.) menziona “Yahweh” e riflette interazioni tra Israele e Moabiti, confermando nomi e contatti tra popoli semitici (Wikipedia – Stele di Mesha).
Testi da Mari e Ugarit (Siria) documentano culture linguisticamente affini (Biblical Archaeology Society – Ebla and the Bible).
3. Tracce archeologiche da Ebla
Gli archivi di Ebla (XXIV–XXII sec. a.C.) presentano nomi semitici e testimoniano che popolazioni semitiche erano già strutturate tra Eufrate e Palestina (Wikipedia – Ebla).
4. Curiosità e leggende
- Secondo tradizioni ebraiche medievali, Sem avrebbe incontrato Abramo trasmettendogli conoscenze religiose.
- Nelle genealogie islamiche, Sem figura come antenato di profeti arabi.
- Alcune interpretazioni mistiche lo indicano come custode di un “sapere primordiale” post-Diluvio.
Nota: Molti collegamenti combinano evidenze archeologiche, testi religiosi e interpretazioni successive. L’archeologia conferma solo in parte queste narrazioni.
Fonti e letture consigliate
- La Bibbia, Genesi 10–11. Versioni online su Sefaria o Bible Gateway.
- Hetzron, Robert (ed.). The Semitic Languages. London: Routledge, 1997. Cambridge Core.
- Wikipedia – Ebla Tablets.
- Ancient-Hebrew.org – Archives of Ebla and the Bible.
- Biblical Archaeology Society – Ebla and the Bible.
- Lemaire, André. What Does the Mesha Stele Say? Biblical Archaeology Society, 18 novembre 2022.
- World History Encyclopedia – Moabite Stone.
Potete ascoltare il podcast che parla dell’articolo QUI