haarp

Le forze armate statunitensi sarebbero impegnate da anni in ricerche scientifiche per riuscire a modificare il clima a loro piacimento, provocando terremoti o alluvioni. Prima di continuare, visto che in rete di idiozie se ne leggono davvero tante, vi informo che quello che sto per scrivere  lo riprendo integralmente dal sito del Cicap. Direi che è l’unico modo per fare un po di chiarezza.

HAARP è un acronimo per High-Frequency Active Auroral Research Program. Si tratta di un programma di ricerca di fisica della ionosfera, condotto dall’Air Force Research Laboratory e dall’Office of Naval Research statunitensi. La base principale di HAARP occupa un’estesa area a Gakona, in Alaska, dove è installata una serie di 180 piloni d’alluminio alti 23 metri, disposti su un rettangolo di 12×15 elementi. Su ognuno dei piloni si trovano due coppie di antenne, per trasmettere onde radio nelle due polarizzazioni rispettivamente a 2,8 MHz (banda bassa) e 10 MHz (banda alta). Il sistema di antenne è ottimizzato per queste due frequenze, ma può trasmettere in tutta la banda compresa tra circa 2 e 10 MHz. Fino a un anno fa erano attive 48 delle 180 antenne, per una potenza massima complessiva di 960 kW, mentre ora la stazione è completamente operativa, con una potenza totale di 3,6 MW. L’impianto è alimentato da una piccola centrale elettrica locale, con una capacità di poco superiore a 10 MW. Il progetto non è segreto e in particolare esiste uno studio di impatto ambientale che è pubblicamente ccessibile. Parte delle ricerche sono di interesse militare e sono coperte da segreto, ma la maggior parte sono pubbliche e danno un’idea di cosa HAARP può o non può fare. Essenzialmente l’impianto invia onde radio nella ionosfera, riscaldandola leggermente e causando delle leggere ondulazioni (whistlers), analoghe ma più deboli di quelle causate dalla radiazione solare. In questo modo è possibile studiare come queste perturbazioni influenzino le comunicazioni radio. I militari sono interessati ad HAARP per vari motivi. Innanzitutto per capire meglio come funziona la ionosfera e come questa può essere utilizzata per le trasmissioni radio a lunga distanza. E poi per comunicare con sommergibili in immersione, anche se ultimamente queste ricerche suscitano meno interesse in quanto, dopo il crollo dell’URSS, l’importanza strategica dei sottomarini è diminuita. Le onde radio a bassissima frequenza (ELF) riescono a penetrare l’acqua per diversi metri, ma richiedono antenne enormi. La porzione di ionosfera illuminata da HAARP può funzionare come un’antenna lunga qualche decina di km e trasformare una piccola frazione delle onde radio ricevute in un segnale a bassissima frequenza, usabile per questi scopi. Sulle presunte finalità segrete del progetto HAARP sono circolate le affermazioni più disparate e fantascientifiche. Si parla soprattutto di utilizzi dell’impianto come arma, sotto la copertura delle ricerche “ufficiali” civili. Ovviamente non è possibile contestare queste affermazioni rifacendosi alle smentite dei militari stessi o ai documenti ufficiali, dal momento che anch’essi sarebbero parte del complotto volto a mantenere il segreto sui reali scopi del progetto. Proviamo quindi a ragionare sulla plausibilità di queste affermazioni. Gli scopi segreti di HAARP sarebbero quelli di: – modificare il clima, in un punto arbitrario del pianeta; – inviare dosi di onde elettromagnetiche in grado di causare malattie, o di modificare il comportamento delle persone, sempre in un punto arbitrario del pianeta, utilizzando la ionosfera come “lente” per focalizzare il fascio emesso da HAARP; – creare un “buco” nella ionosfera; – creare una nube ionizzata in grado di distruggere missili nemici o addirittura di scendere nella bassa atmosfera, con effetti distruttivi; – creare un impulso elettromagnetico, analogo a quello creato da una esplosione nucleare, in grado di mettere fuori uso apparecchiature elettroniche; – creare perturbazioni tettoniche, innescando terremoti; – rivelare oggetti posti “oltre l’orizzonte” in tutto il globo, o addirittura sottoterra. Nel libro Angels don’t play this haarp (Gli angeli non suonano quest’arpa) queste affermazioni sono raccolte e argomentate. Esiste addirittura una risoluzione del Parlamento Europeo in cui si esprimono preoccupazioni per l’impatto ambientale e militare di HAARP. Questo elenco di scopi segreti rende evidente il collegamento che viene stabilito dai complottisti tra le scie chimiche e la base di ricerca HAARP. Entrambi servirebbero infatti a controllare il clima e la mente delle persone e farebbero parte di un unico sistema d’arma. 
Conoscendo le caratteristiche di HAARP, non è difficile per chiunque abbia una conoscenza dell’elettromagnetismo valutare la plausibilità di queste affermazioni. Il punto fondamentale è capire qual è la densità di potenza che HAARP è in grado di immettere nella ionosfera. Per far questo, il metodo più sicuro è partire dai dati indicati all’inizio dell’articolo e applicare i principi base della fisica, facendo meno assunzioni possibile. Chiaramente questo metodo consente di ottenere un risultato approssimato, perché la densità di potenza effettiva dipende in modo complicato da molti dettagli, come la frequenza di lavoro, la spaziatura precisa delle antenne, la loro struttura, eccetera. Ma esso ha il vantaggio di basarsi su pochi elementi che non possono essere cambiati, o falsificati. E comunque il risultato che si ottiene non è lontano dal dato reale. Ad esempio, usando antenne differenti si può cambiare la forma del fascio emesso, ma non quello complessivo, visto dalla ionosfera. La potenza totale emessa non può essere molto superiore a quella indicata, in quanto non può superare la potenza fornita dal generatore. Un insieme di 180 antenne concentra l’emissione di onde radio in un fascio 180 volte più stretto e potente rispetto a una singola antenna che trasmette con la stessa potenza complessiva. Una singola antenna di quel tipo illumina un’area pari circa al quadrato della distanza. Quindi HAARP illumina un’area di ionosfera, a 100 km, pari almeno a (100×100/180) = 55 km quadrati, o 55 milioni di metri quadri. La densità di potenza è quindi al massimo 3,6 MW/55 km2 = 0,08 W/mq, sotto i limiti di protezione per la popolazione in Italia (0,1 W/mq). In confronto l’energia solare che colpisce la ionosfera ha una densità di potenza di circa 1350 W/mq (anche se solo una piccola frazione ne viene assorbita). Ma non si potrebbe focalizzare il fascio in una regione più piccola? No, non si può. Le leggi dell’elettromagnetismo non lo consentono, è possibile focalizzare delle onde solo nella cosiddetta regione di “campo vicino”, che per HARP si estende a circa 1-2 km di quota. Le leggi della fisica dicono che dopo questa distanza l’impianto viene visto come un punto, che emette onde che si espandono circolarmente. Quindi la potenza di 3,6 milioni di watt, anche se appare enorme, è in realtà diluita su un’area altrettanto enorme e gli effetti sulla ionosfera non possono essere grossi. Un decimo di watt per metro quadro non può sicuramente creare “buchi”, o cambiare in modo apprezzabile la temperatura locale. Parte delle onde viene riflessa, ma la ionosfera è turbolenta e la riflessione è tutt’altro che focalizzata. Ecco perché, nelle condizioni giuste, un ricevitore radio può rilevare il segnale di HAARP in tutto il mondo; del resto i ricevitori radio sono fatti proprio per captare debolissimi segnali elettromagnetici a grande distanza. In pratica, le onde riflesse al suolo sono diluite su un’area di decine di migliaia di km quadrati, con densità di potenza che si misurano in milionesimi di watt per metro quadro. Questi segnali sono molto più deboli dei campi emessi dalla miriade di apparecchi elettrici che ci circondano e quindi non ha semplicemente senso ipotizzare che vengano percepiti da organismi viventi. Anche se penetrano nel suolo, non ha senso utilizzarli per prospezioni geologiche perché non abbiamo nessuno strumento abbastanza sensibile da rilevarne l’eco. HAARP non può neppure funzionare come radar “oltre l’orizzonte”, per lo stesso motivo: il fascio riflesso dalla ionosfera è troppo sparpagliato per fornire immagini sufficientemente nitide.Anche sfruttando la riflessione, è possibile dirigere il fascio a terra solo nelle regioni geografiche attorno all’impianto e le potenze del fascio, una volta riflesso e disperso, saranno talmente piccole da non riuscire a disturbare neppure il più delicato degli apparecchi elettronici. Pertanto HAARP non può in nessun caso essere utilizzato come arma a impulsi lettromagnetici. Oltretutto la prima vittima di un’arma di questo tipo sarebbe HAARP stesso, visto che la potenza di gran lunga maggiore è quella presente sulle antenne.

 HAARP e i terremoti

Secondo alcune voci presenti sulla rete, HAARP causerebbe terremoti modificando il campo magnetico terrestre (questa teoria è sostenuta anche dal sito Cospiracynews.org). La cosa non ha fisicamente senso: il campo geomagnetico è generato nel nucleo terrestre, a molte migliaia di km di profondità, dove i segnali di HAARP non hanno la minima possibilità di arrivare. La più piccola tempesta geomagnetica, innescata dalle particelle del vento solare, ha energie che sono migliaia di volte quella di HAARP e questi fenomeni non hanno nessun effetto sui terremoti. In molti siti si trova citato un brevetto del dott. Bernard J. Eastlundche propone l’utilizzo di apparecchiature a onde corte per spingere parti della ionosfera a quote più alte, creando una sorta di “scudo” in grado di abbattere missili o satelliti nemici. Il brevetto è molto scarno e non contiene i dettagli necessari per capire se l’idea possa funzionare. Ma si riferisce, molto chiaramente, a densità di potenza almeno 100 mila volte maggiori di quelle prodotte da HAARP. Per poter fare una cosa del genere servirebbe quindi una potenza radio di 360 gigawatt, e quindi un migliaio di gigawatt elettrici, diverse centinaia di grosse centrali nucleari. Non sembra certo trattarsi di qualcosa di facile da nascondere. Il brevetto di Eastlund viene citato (ad esempio sul sito Luogocomune.net) per sostenere che vi sono centinaia di potenziali applicazioni di HAARP come arma, ma evidentemente, anche se fosse qualcosa di più di una vaga idea, non si può applicare ad HAARP più di quanto non si possa applicare a un telefono cellulare utilizzato come cannone letale a microonde. Considerazioni analoghe si possono riferire alle preoccupazioni del fisico Richard Williams (uno degli inventori del display a cristalli liquidi), che si riferiscono non al progetto attuale, ma ad un suo ipotetico (grosso) potenziamento. Il libro sopra citato avanza l’idea che HAARP possa servire a trasmettere grosse quantità di energia facendola rimbalzare sulla ionosfera, per alimentare i campi di estrazione di gas in Alaska. Sarebbe però necessario spiegare come si possa raccogliere ed utilizzare dell’energia che, una volta riflessa a terra, probabilmente è dell’ordine dei microwatt per metro quadro. Un pannello fotovoltaico illuminato dalla Luna produce più potenza.

Le presunte influenze di HAARP sul clima

L’idea che HAARP possa influenzare il clima non ha molto senso. La ionosfera non ha influenze apprezzabili sul clima in quanto è disaccoppiata dalla troposfera e quindi, anche se HAARP modificasse in modo significativo un’area di una decina di km sopra la sua testa, non influenzerebbe neppure il clima locale. Il fascio può, almeno in teoria, essere puntato obliquamente, ma più lo si inclina più colpisce una regione lontana di ionosfera e più è debole e diluito il segnale che vi arriva. Anche così, è difficile arrivare a più di qualche migliaio di km di distanza. Secondo i proponenti della teoria (sostenuta tra l’altro da La Padania in un articolo del 16 giugno 2003 a firma Mirko Molteni), il fascio rimbalzerebbe sulla ionosfera per arrivare nel punto prescelto della Terra. Sicuramente un segnale radio può propagarsi così e noi possiamo sentire, con un ricevitore ad onde corte, segnali provenienti da tutto il mondo. Ma un conto è trasmettere un segnale, che viene ricevuto da un sensibilissimo ricevitore, ben altro è inviare un fascio di onde radio compatto e focalizzato, con potenze tali da produrre effetti letali. Di fatto, le onde emesse da HAARP già dopo il primo rimbalzo sono talmente disperse da essere più deboli di quelle prodotte da qualsiasi emittente radiofonica. In conclusione, semplicemente analizzando le caratteristiche di HAARP e le potenze emesse si dimostra facilmente che nessuna delle applicazioni potenzialmente pericolose di questo impianto è anche solo lontanamente realizzabile. La maggior parte delle teorie non hanno proprio senso, i meccanismi con cui HAARP dovrebbe ad esempio modificare il clima, creare terremoti, impulsi elettromagnetici, black-out11 o controllare la mente delle persone, non sono compatibili con le basilari leggi della fisica. Ma anche le cose meno inverosimili richiederebbero potenze da migliaia a milioni di volte quella che un qualsiasi impianto di quelle dimensioni è in grado di emettere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *