Abdul Rahman Mustafa al-Qardashi, alias Abu Alaa al-Afri, numero due del sedicente Stato Islamico (Is), sarebbe stato ucciso in un raid aereo della coalizione internazionale guidata dagli Usa. Ad annunciarlo è il governo iracheno. Un comunicato diffuso dal ministero della Difesa precisa che il raid è stato effettuato a ovest di Mosul. L’amministrazione di Washington però non conferma la notizia. Lo riferisce la tv irachena al-Hurra, finanziata dal Congresso Usa, che cita una fonte del Dipartimento di Stato. La fonte afferma di essere al corrente della notizia, ma di “non essere in grado di confermare l’uccisone” di al-Afri. Secondo quanto invece specificato dal portavoce Brig-Gen Tahsin Ibrahim, Abu Alaa al-Afri si trovava all’interno di una moschea a Tal Afar che è stata presa di mira. Stava incontrando decine di militanti, tutti morti sotto le bombe. Nelle ultime settimane, secondo rapporti non confermati Afri aveva assunto il comando temporaneo delle operazioni. L’annuncio dato dal ministro della Difesa iracheno è documentato da un video dell’operazione. Nelle immagini si vede il sito dove si trovava al-Afri inquadrato nel mirino di un caccia e pochi istanti dopo un missile che disintegra la struttura colpita. Secondo lo stesso ministero, assieme ad al-Afri sono stati uccisi anche l’emiro della provincia di al-Jazira del califfato nero, Akram Qariash, noto come ‘Mullah Meisar’ e “un grande numero” di altri esponenti dell’organizzazione “che stavano tenendo una riunione nella moschea al-Shuhada (dall’arabo “martiri”) nella zona di al-Ayaizia nel distretto di Tel Afar”. “Sulla base di accurate notizie di intelligence, la coalizione guidata dagli Stati Uniti ha condotto un raid aereo contro il numero due di Daesh (l’acronimo arabo per Stato islamico, ndr), Abu Alaa al-Afri, e un nutrito gruppo di componenti di gang criminali, mentre erano riuniti nella moschea al-Shuhadaa nella città di Tal Afar”, si legge nella nota diffusa dal ministero. La località è in mano ai jihadisti, a circa 70 chilometri a ovest di Mosul. Il quotidiano britannico The guardian, qualche settimana fa aveva annunciato che il califfo Abu Bakr al-Baghdadi era stato ferito gravemente da un drone americano mentre si stava dirigendo a nella regione di Al Baaji, ad ovest di Mosul: a causa dei danni irreparabili alla spina dorsale lo Stato islamico aveva designato come nuovo leader temporaneo Abu Alaa al Afri. Di lui si hanno poche informazioni. Ex professore di Fisica, già responsabile della gestione delle province dell’Is in Iraq, dove ha imposto un rigido rispetto della sharia, la legge coranica. I componenti dell’organizzazione jihadista gli riconoscono una grande capacità di oratore e di leader. Abu Alaa al Afri è stato un guerrigliero di Al Qaeda. Alla fine degli anni Novanta si è forse addestrato in Afghanistan per arruolarsi in seguito nelle file qaediste in Iraq comandate dal capo Abu Musab al Zarqawi, anche lui morto sotto i bombardamenti di un raid americano. Secondo alcune fonti di intelligence irachene, al-Afri avrebbe cercato di inglobare i guerriglieri di Al Nusra all’interno dello Stato islamico. Abu Mohammed al-Adnani, Abu Ali al-Anbari e Tariq al-Harzi sono i tre esponenti che potrebbero adesso prendere le redini dello Stato Islamico (Is) se venisse confermata la notizia della morte di Abu Alaa al-Afri.
In un raid aereo è stato ucciso in Iraq il numero 2 dell’Isis
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