Gaza – Hamas smentisce, niente tregua

606x340_274072Sembravano pronti ad un cessate il fuoco umanitario di 24 ore i palestinesi stremati da oltre venti giorni di ostilità ma è arrivata subito la presa di distanze di Hamas: “Non abbiamo accettato la tregua”. La prenderemo in considerazione, fa sapere il movimento islamista, “quando Israele si impegnerà a rispettarlo a sua volta, con garanzie internazionali”. Intanto su Gaza continuano a piovere bombe: dalla mezzanotte altre 100 persone, cinque famiglie, sarebbero morte sotto gli attacchi. Colpi dall’artiglieria sul campo profughi di Jabalya: 12 le vittime, tra queste un’intera famiglia di 6 persone. Fuori uso per i raid anche l’unica centrale elettrica della città che rifornisce i due terzi del fabbisogno di Gaza e di molte aree dell’enclave. Secondo le autorità locali i danni sono consistenti e sarà inutilizzabile per un anno. Supera intanto quota 1150 il numero delle vittime palestinesi. 53 i morti tra gli israeliani. Intanto ad annunciare la possibilità di un cessate il fuoco sarebbe stato Yasser Abed Rabbo, il membro del comitato esecutivo dell’Olp. Rabbo ha parlato di una tregua senza condizioni e che sarebbe stata approvata da tutte le fazioni. L’unico punto di discussione sarebbe la durata, alcuni gruppi spingerebbero per 72 ore di tregua, altri non oltre le 24. il segretario di stato USA, John Kerry, afferma di parlare con Benjamin Netanyhau “due, tre, quattro volte al giorno”. E Netanyahu avrebbe chiesto agli Stati Uniti di aiutare a raggiungere una tregua. Israele vorrebbe un cessate il fuoco che consenta di smantellare i tunnel. Secondo quanto riferisce l’emittente al Arabiyae una delegazione palestinese guidata dal presidente dell’Anp Abu Mazen si starebbe recando al Cairo per valutare la proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza proposta dalle autorità egiziane. La delegazione comprenderebbe un’esponente di Fatah, Azzam El-Ahmed, il rappresentante di Hamas, Moussa Abu Marzouk, Zeyad El-Nakhala della Jihad islamica, e il generale Majed Faraj, direttore dell’intelligence palestinese. Da Teheran arriva intanto una durissima presa di posizione da parte dell’ayatollah Ali Khamenei. La guida suprema iraniana ha accusato Israele di stare compiendo un “genocidio” a Gaza e ha rivolto un appello al mondo islamico ad armare i palestinesi perché combattano “il regime sionista”. Khamenei ha aggiunto che Israele si sta comportando come un “cane rabbioso” e “un lupo selvatico” compiendo azioni che equivalgono a una catastrofe umanitaria e a cui bisogna far fronte.

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