Sono almeno una decina gli uomini armati che hanno preso in ostaggio 170 persone nell’hotel Radisson Blu di Bamako, capitale del Mali. Gli attentatori sarebbero arrivati a bordo di un’auto con targa diplomatica, quindi sono saliti al settimo piano e hanno iniziato a sparare gridando “Allaha Akbar”, con lo scopo di prendere in ostaggio il più alto numero di persone. L’Hotel Radisson Blu di Bamako è un albergo di lusso frequentato dagli stranieri nella zona ovest del centro della capitale del Mali, in un quartiere dove risiedono ministri del governo e diplomatici. Secondo il gruppo alberghiero Rezidor, proprietario dell’Hotel Radisson Blu, nelle mani del commando armato ci sono «140 clienti e 30 dipendenti». Le forze dell’ordine hanno stabilito nella zona un perimetro di sicurezza. Il lussuoso albergo dispone di 190 camere. Secondo Jeune Afrique, al momento dell’attacco l’albergo – con 190 stanze – era «pieno al 90%». L’hotel è frequentato da molti stranieri che lavorano in Mali. Gli spari delle armi automatiche sono stati avvertiti all’esterno dell’albergo. «È successo al settimo piano: jihadisti stanno sparando nel corridoio», ha riferito una fonte della sicurezza. L’ambasciata Usa ha diramato un’allerta in cui chiede ai cittadini americani, compreso il suo staff, di mettersi al sicuro, con un tweet ha chiesto ai connazionali di non uscire di casa. Il 7 marzo scorso a Bamako c’è stato un altro attentato in un bar della capitale che è costato la vita a cinque persone, tra cui un francese e un belga. In seguito al colpo di stato militare del 2012, i jihadisti hanno preso il controllo del nord del paese, scatenando un intervento armato guidato dalla Francia a inizio 2013. In particolare, tutto il settore settentrionale del Mali fu occupato da milizie jihadiste, alcune con legami ad al-Qaeda, per gran parte del 2012. Molti gruppi jihadisti furono snidati grazie a un’operazione militare internazionale su iniziativa francese, lanciata nel gennaio 2013 e che è ancora in corso. Ma alcune zone del Paese rimangono ancora fuori dal controllo delle forze maliane straniere. Fino a qualche tempo fa gli attacchi jihadisti erano rimasti concentrati nel nord, dall’inizio del 2015 si sono estesi al centro e, da giugno, al sud del Paese.