Il mito di El Dorado è uno dei più celebri e longevi della storia delle esplorazioni. Per secoli ha alimentato le speranze di conquistadores, avventurieri e studiosi, che immaginavano la possibilità di scoprire una città fatta interamente d’oro, nascosta nel cuore delle Americhe. Ma la leggenda, come spesso accade, affonda le sue radici in un rituale concreto e complesso, nato nel mondo indigeno precolombiano, per poi trasformarsi, attraverso il filtro degli europei, in una narrazione di ricchezze smisurate. Questo articolo ripercorre la genesi, l’evoluzione e le conseguenze storiche di El Dorado, analizzandone anche il significato simbolico e archeologico.
Le radici del mito: il rito Muisca
L’origine di El Dorado non si trova in una città nascosta, ma in un antico rito religioso del popolo Muisca, che abitava l’altopiano cundiboyacense, nell’attuale Colombia. Qui il nuovo capo tribù, al momento dell’investitura, veniva cosparso di polvere d’oro e si immergeva nelle acque della Laguna di Guatavita. Durante la cerimonia, preziosi manufatti in oro e smeraldi venivano offerti alle divinità, gettati nel lago insieme a oggetti rituali chiamati tunjos. Il metallo prezioso, per i Muisca, non aveva valore economico, ma rappresentava un mezzo di comunicazione con il mondo spirituale e con gli dei.
La descrizione della cerimonia colpì profondamente i primi cronisti spagnoli. Il sovrano ricoperto d’oro, posto su una zattera insieme ai sacerdoti, immerso nel lago sotto i canti della comunità, diventò presto il nucleo narrativo di una leggenda che avrebbe alimentato per secoli sogni e spedizioni.
Il valore spirituale dell’oro
A differenza degli europei, i Muisca non consideravano l’oro un bene da accumulare o commerciare. Esso era il simbolo del sole, della luce e della vita, ed era destinato a riti votivi e pratiche religiose. Molti oggetti erano realizzati in tumbaga, una lega di oro, rame e argento, che permetteva un effetto visivo suggestivo e che spesso veniva utilizzata per creare offerte destinate alle divinità. La raffinatezza della loro arte orafa testimonia una cultura avanzata, dotata di tecniche metallurgiche di altissimo livello.
La zattera Muisca
La scoperta della cosiddetta Zattera Muisca, un piccolo manufatto in oro che raffigura il rito dell’investitura, è una delle prove archeologiche più importanti dell’esistenza di questa tradizione. Rinvenuta nel XX secolo, la scultura mostra il capo ricoperto di polvere d’oro, circondato da figure minori su una piattaforma galleggiante. Questo reperto, insieme a numerosi altri oggetti ritrovati nella Laguna di Guatavita e in altri siti, conferma la dimensione sacrale del rituale e l’origine autentica del mito.
Dalla cerimonia alla leggenda europea
Quando gli spagnoli giunsero nella regione nel XVI secolo, la cerimonia venne interpretata attraverso la lente della loro mentalità. L’“uomo d’oro” descritto dai Muisca si trasformò, nelle narrazioni europee, in una città fatta interamente di metallo prezioso, e successivamente in un intero regno favoloso. In un’epoca segnata dalla ricerca di ricchezze e nuove terre, il mito di El Dorado si prestava a giustificare spedizioni sempre più ambiziose e rischiose.
La leggenda si diffuse rapidamente tra le potenze coloniali, alimentata da cronache, racconti di viaggiatori e interessi politici. Oltre alla Spagna, anche l’Inghilterra e il Portogallo si lanciarono alla ricerca del favoloso regno. Così El Dorado divenne una vera e propria ossessione per esploratori e sovrani, simbolo di un tesoro infinito in grado di mutare i destini delle nazioni.
Le grandi spedizioni alla ricerca di El Dorado
La ricerca della città d’oro fu al centro di numerose spedizioni, spesso tragiche e fallimentari. Alcune divennero leggendarie, altre si conclusero con drammi umani, tradimenti e carestie. Tutte contribuirono a rendere El Dorado un mito globale.
La spedizione di Gonzalo Jiménez de Quesada
Tra il 1536 e il 1539, Gonzalo Jiménez de Quesada condusse una spedizione che portò alla conquista del territorio Muisca. Fu lui a diffondere ulteriormente le voci sul rituale dell’uomo d’oro, alimentando l’idea di una ricchezza inesauribile nascosta nelle montagne colombiane.
Francisco de Orellana e la traversata del Rio delle Amazzoni
Negli anni 1541-1542 Francisco de Orellana partì alla ricerca di El Dorado lungo il bacino amazzonico. La spedizione, pur non trovando alcuna città d’oro, portò alla prima traversata documentata dell’intero Rio delle Amazzoni. Questa impresa, benché priva di risultati materiali, ampliò enormemente le conoscenze geografiche del continente.
Lope de Aguirre, il ribelle
Tra il 1560 e il 1561 Lope de Aguirre guidò una delle spedizioni più drammatiche. Ossessionato dal mito, condusse i suoi uomini in un’avventura disperata che si concluse con ribellione, violenza e la sua stessa morte. Aguirre rimase nella memoria collettiva come il simbolo della follia e della crudeltà alimentate dal mito di El Dorado.
Le spedizioni di Sir Walter Raleigh
L’inglese Walter Raleigh guidò due spedizioni in Guyana alla fine del XVI secolo, convinto dell’esistenza di una città chiamata Manoa, situata sulle rive del lago Parime. Nonostante i fallimenti, i suoi racconti contribuirono a consolidare il mito anche nell’immaginario europeo non iberico.
La Laguna di Guatavita e le ricerche archeologiche
La Laguna di Guatavita fu al centro di molti tentativi di esplorazione e prosciugamento, nella speranza di recuperare i tesori gettati dai Muisca. Già nel XVI e XVII secolo vennero organizzati lavori per abbassare il livello dell’acqua, ma con scarsi risultati. Solo nel XIX secolo furono recuperati alcuni manufatti, oggi conservati nei musei, ma gran parte del patrimonio andò perduto o disperso.
Gli studi archeologici moderni hanno confermato la funzione rituale del lago. Le offerte votive ritrovate, tra cui tunjos e gioielli, testimoniano la centralità del culto acquatico e del legame tra oro e spiritualità. La ricerca ha dimostrato che l’oro non era concepito come ricchezza accumulabile, ma come dono agli dei, capace di ristabilire l’armonia cosmica.
Conseguenze storiche e culturali
La ricerca di El Dorado ebbe conseguenze devastanti per i popoli indigeni. Le spedizioni portarono con sé violenza, epidemie e distruzione culturale. Intere comunità furono soggiogate, i manufatti sacri dispersi o fusi, i paesaggi naturali alterati. La Laguna di Guatavita stessa subì danni irreversibili a causa dei tentativi di prosciugamento.
Allo stesso tempo, il mito contribuì alla costruzione di un immaginario europeo delle Americhe come luogo di ricchezze inesauribili, pronto a essere sfruttato. Questo stereotipo influenzò non solo le politiche coloniali, ma anche la letteratura e l’arte, facendo di El Dorado un simbolo universale della brama di ricchezza e delle illusioni del potere.
Interpretazioni moderne
Oggi gli studiosi interpretano El Dorado non come una città, ma come un complesso sistema di credenze e riti. L’“uomo d’oro” rappresenta un passaggio iniziatico e una forma di comunicazione tra il capo e le divinità, piuttosto che un tesoro materiale. La leggenda europea è dunque il risultato di un fraintendimento culturale, che trasformò un rituale sacro in una favola di abbondanza infinita.
L’archeologia, insieme agli studi antropologici, ha permesso di recuperare il significato originario del mito. El Dorado diventa così non il simbolo di un tesoro perduto, ma la testimonianza della complessità culturale delle civiltà precolombiane e del loro rapporto con il sacro.
El Dorado nella memoria collettiva
Nonostante la sua natura leggendaria, El Dorado continua ad avere un posto privilegiato nell’immaginario collettivo. Dalla letteratura al cinema, dalle arti visive alla musica, il mito è stato ripreso e reinterpretato in chiavi diverse: come avventura, come monito contro l’avidità, come simbolo della ricerca di un ideale irraggiungibile.
Oggi il mito di El Dorado rappresenta una metafora della condizione umana: la tensione verso un sogno impossibile, la ricerca di un tesoro che non esiste, ma che spinge gli uomini a superare limiti geografici, culturali e persino morali. È il simbolo delle illusioni che hanno guidato la storia e delle tragedie che ne sono derivate.
Conclusione
El Dorado non è mai stata una città d’oro, ma un rito sacro dei Muisca, trasformato dai conquistadores in una leggenda di ricchezze infinite. La sua storia ci ricorda come i fraintendimenti culturali possano generare miti capaci di influenzare secoli di storia, di politica e di immaginario collettivo. Oggi, grazie alla ricerca archeologica e antropologica, possiamo restituire a questo mito la sua dimensione autentica: quella di un patrimonio spirituale e culturale, più prezioso dell’oro stesso.
Fonti
- Wikipedia – El Dorado
- BBC News – El Dorado: The truth behind the myth
- Wikipedia – Muisca raft
- Britannica – Gonzalo Jiménez de Quesada
- Britannica – Francisco de Orellana
- Britannica – Lope de Aguirre
- Wikipedia – Raleigh’s El Dorado expedition
Potete ascoltare il podcast che parla di questo articolo QUI